"Lockdown per non vaccinati". Spunta l'ipotesi pure in Italia

Il Sud Tirolo vuole il pugno di ferro come ha fatto l'Austria: in Alto Adige solo il 60% dei cittadini è completamente vaccinato e i contagi sono in risalita

"Lockdown per non vaccinati". Spunta l'ipotesi pure in Italia

L'Austria ha deciso: tra quattro settimane ci sarà il lockdown dei non vaccinati. Il governo ha deciso di lasciare un periodo di limbo per dare modo a chi fosse indeciso di ricevere almeno la prima dose. Una soluzione che sembra aver funzionato, visto l'incremento nella somministrazione delle prime dosi nelle ultime ore.

Tante le proteste ma il cancelliere Alexander Schallenberg non è intenzionato a fare alcun passo indietro: "Ci troviamo dinanzi a un'ondata e dobbiamo farvi fronte". Il "whatever it takes" austriaco passa da qui per non ricadere dell'emergenza sanitaria. L'Austria è uno dei Paesi con la percentuale di vaccinati più bassa d'Europa e, infatti, solo a Vienna ogni giorno si registrano oltre 10mila contagi. Culturalmente vicina all'Austria, l'Alto Adige è una delle regioni italiane con la minore incidenza vaccinale del Paese.

Nella provincia autonoma di Bolzano i contagi sono in forte risalita e l'allarme è già scattato per le strutture sanitarie, tanto che il governatore (a capo anche della regione), vuole percorrere la stessa strada che sta battendo l'Austria. "Si verifica ciò che la scienza ci dice da mesi: meno vaccinati e più rischio", ha detto Amo Kompatscher a Italia Oggi, mettendo in evidenza che "i dati Covid in Alto Adige sono in peggioramento e potremmo presto trovarci nelle condizioni dell'Austria dove sono avvenute maggiori restrizioni".

Un monito importante per il Sud Tirol, dove la percentuale di completamente vaccinati è di appena il 60%, ben sotto la media nazionale. La filosofia no vax è be radicata in questo angolo di Italia, tanto da spingere centinaia di famiglie a non iscrivere i loro figli alla scuola pubblica, preferendo pagare rette da centinaia di euro mensili per l'istruzione privata, dove non è richiesto il Green pass.

Amo Kompatscher sta facendo pressioni sulla conferenza delle Regioni affinché il governo dia maggiore autonomia ai governi locali per inasprire le regole contro la diffusione del coronavirus. Tutto per evitare un ritorno alla chiusura completa: questo è ora l'obiettivo di Kompatscher. "Purtroppo i dati stanno peggiorando, sono sempre più le infezioni rilevate. Tornare al lockdown sarebbe drammatico", ha detto ancora. Il governatore vuole il lockdown per i non vaccinati nella sua regione, una proposta che ha trovato appoggio anche negli altri governatori locali.

Le regioni alpine sono alla vigilia dell'inizio della stagione dello sci, ferma ormai da due anni e ulteriori restrizioni generalizzate sarebbero devastanti per un settore che ha giù subito incalcolabili danni economici. Per questo motivo il modello austriaco, purché adottato su scala nazionale, viene considerato valido dai governatori. Ciò vorrebbe dire togliere ai tamponati la possibilità di avere il Green pass, che verrebbe rilasciato solo in caso di guarigione o vaccino. Una proposta che ha trovato l'appoggio anche del mondo scientifico.

Anche la posizione del costituzionalista Sabino Cassese è possibilista: "Un provvedimento restrittivo per persone pericolose per l'incolumità pubblica è possibile. La stessa libertà di riunione è sottoposta a limiti dalla Costituzione. Queste libertà e diritti non sono valori assoluti, stiamo parlando di persone che si oppongono a una volontà di una larghissima maggioranza della popolazione".

Non lo è quella di Franco Locatelli: "La praticabilità sia in termini concreti e operativi sia per la compatibilità con i diritti costituzionali è problematica. Non credo che si tratti di una soluzione in questo momento proponibile in Italia".

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