Le indagini dell'inchiesta che ha portato, questa mattina, all'arresto di 43 persone, accusate di associazione mafiosa e corruzione, si è sviluppata in due filoni, riguardanti due gruppi di affari, uno operante in provincia di Varese e l'altro in provincia di Milano.
Secondo il procuratore, il gruppo di Varese si considerava come un "ambulatorio che riceveva i suoi assistiti. Aveva funzione di ricevere richieste e risolverle". L'abulatorio era in realtà un bar di Gallarate, in provincia di Varese, dove Caianello, ex coordinatore provinciale di Varese di Forza Italia, si incontrava con gli altri membri, per gestire i finanziamenti illeciti. A Milano, incontri simili si svolgevano in un ristorante del centro, denominato "Mensa dei poveri".
Il bar nel Varesotto era chiamato "ambulatorio", perché Caianello "dava una cura ai suoi pazienti, cioè a coloro che che si rivolgevano a lui per piccole raccomandazioni, ma anche per atti corruttivi più gravi", ha spiegato il pm.
Così, Caianiello aveva messo in piedi un "sistema corruttivo feudale in relazione al quale i vassalli riconoscevano la decima al loro sovrano, in cambio di incarichi inventati a tavolino solo per creare un capitolo di spesa pubblica apposita, quota parte del quale diventava tangente per i pubblici amministratori". A lui facevano capo tutte "le nomine nelle principali società pubbliche di Varese, dalla raccolta rifiuti al sistema idrico integrato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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