La tattica oggi, la strategia domani

La due giorni di fuoco nei rapporti tra Italia ed Europa si chiude con il nostro Parlamento che, in ordine sparso, non approva il via libera al Mes

La tattica oggi, la strategia domani
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La due giorni di fuoco nei rapporti tra Italia ed Europa si chiude con il nostro Parlamento che, in ordine sparso, non approva il via libera al Mes, il fondo comune salva Stati che la Germania vuole più che altro per mettere al sicuro le sue traballanti banche. Parliamo di materie, il Patto di stabilità e il Mes, talmente complicate e intricate con altre partite in corso tra gli Stati membri che per un comune mortale è davvero difficile fare un bilancio. A occhio l'Italia sicuramente ha vinto sul fronte del contrasto comune all'immigrazione (il nuovo trattato firmato ieri l'altro), ha pareggiato sul Patto di stabilità (tre anni di buona, poi si vedrà) e va ai supplementari sul Mes, forse scommettendo sul fatto che tra pochi mesi (le elezioni sono a giugno) gli equilibri politici dell'Unione potrebbero essere diversi da quelli attuali.

Ma non solo. Giorgia Meloni ha confidato tempo fa che «se arrivo viva alle elezioni europee, poi la strada si farà in discesa» e immagino che proprio per questo si sia ben guardata non forzando più di tanto la trattativa - dall'armare la pistola dei suoi avversari politici esteri e interni, oltre che dei mercati finanziari. In questo momento delicato, il bicchiere riempito a metà (mezzo pieno per il governo, mezzo vuoto secondo le opposizioni) è la giusta dose per arrivare in forma a scavallare le elezioni e - nel caso in cui il risultato elettorale confermasse le attese - a procedere poi con più forza, autorevolezza e compattezza della maggioranza al suo riempimento.

Un buon politico deve sempre sapere fin dove può spingersi in un determinato momento, si chiama tattica ed è noto che cattive tattiche rovinano anche la migliore strategia (per conferma citofonare Matteo Renzi, ma anche Carlo Calenda). Sarei quindi attento a prendere per buoni i commenti violenti o sarcastici che in queste ore la sinistra vomita contro la maggioranza su questa due giorni europea. Da quelle parti non solo non hanno alcuna strategia, pure la tattica è una perfetta sconosciuta.

Prova ne è che da anni non fanno un gol neppure a porta vuota (di autogol invece sono maestri).

La verità è assai più semplice. Giorgia Meloni ha superato l'ultimo scoglio importante nella navigazione verso le elezioni europee. Il resto lo vedremo nelle urne dove, invece delle parole, contano i voti.

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