È stato fermato questa mattina il presunto autore dell’omicidio avvenuto all’interno di una delle palazzine dell’ex Moi di Torino. Il soggetto, inoltre, sarebbe artefice anche dell’aggressione a colpi d’accetta ai danni di uno straniero verificatasi in pieno centro urbano.
Ma andiamo con ordine.
Il primo episodio cui si fa riferimento è accaduto lo scorso venerdì in una delle stanze occupate dell’ex Villaggio Olimpico, ed a perdere la vita è stato Andrew Yomi, un 33enne nigeriano. Fin da subito le autorità non hanno potuto non ricollegare la vicenda alla sconvolgente aggressione avvenuta in mezzo alla strada il giorno precedente. In quell’occasione un altro nigeriano era stato aggredito alle spalle da un uomo di colore, che gli aveva inferto tre colpi di accetta sotto lo sguardo attonito dei passanti. La vittima, riuscita a salvarsi, era stata immediatamente soccorsa e trasportata al pronto soccorso dell’ospedale Mauriziano.
Riunendo i due fatti, gli inquirenti hanno dunque ipotizzato che all’origine delle violenze potesse esserci una faida fra africani, ed in tal senso si sono orientate le ricerce del responsabile.
Le indagini hanno quindi portato all’arresto di questa mattina. A finire in manette è stato Michael Umoh, un nigeriano di 33 anni, che proprio in questi utimi giorni aveva lasciato Torino per fuggire a Rieti. Fondamentale la collaborazione fra i carabinieri della compagnia di Torino Mirafiori e gli agenti della squadra mobile di Rieti, che ha reso possibile la cattura del pericoloso individuo.
A quanto pare Umoh, affiliatosi lo scorso anno ad un gruppo di nigeriani, aveva cominciato a soffrire di vere e proprie manie di persecuzione, che hanno portato all’omicio di Yomi ed al tentato omicidio del secondo nigeriano, assalito nella centralissima via Pietro Micca.
Secondo alcune indiscrezioni, inoltre, Umoh avrebbe già tentato di uccidere Yomi una settimana prima dell’omicidio.
Alla guida di una Lancia Ypsilon, aveva infatti investito il 33enne, rimasto poi illeso.Al momento Michael Umoh si trova dietro le sbarre, assistito dall’avvocato Marco Arcangeli. Il nigeriano finirà presto in tribunale.
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