"Siamo andati lì per i soliti lavori di manutenzione e ci siamo trovati di fronte ad una scena allucinante: quattro loculi sfondati, due cassette mancanti e una a terra. Forse quei vigliacchi sono stati interrotti". È questa la scena in cui si sono imbattuti i volontari dell’associazione Campo della Memoria, che dal 2005 cura il cimitero di Nettuno dedicato ai caduti della Repubblica sociale italiana. Settantacinque feretri in tutto. Due mancano all’appello.
La scoperta risale a questa mattina attorno alle 9:00. Doveva essere una giornata di pulizie e sfalcio dell’erba, invece, i volontari hanno dovuto posare le scope e allertare le forze dell’ordine. Qualcuno ieri notte si è introdotto nel camposanto, ha mandato in frantumi le lapidi e trafugato le ossa di due combattenti. Stando alle informazioni che abbiamo raccolto, le spoglie sottratte appartengono a due marò del battaglione Barbarigo: Vittorio Rolandi Ricci, caduto a Monza all’età di 15 anni, e Pietro Rossetti, caduto a Roma.
L’urna rimasta a terra è quella di Umberto Bardelli, vicecomandante della X Flottiglia Mas e braccio destro del principe Junio Valerio Borghese. Completamente distrutto il loculo di Enrico Berti, brigadiere 32enne della Guardia nazionale repubblicana, e danneggiato quello del marò Franco Benedetti. Segno che chi ha agito è stato costretto a lasciare il "lavoro" a metà. Qualcuno o qualcosa, anche solo un rumore o un ripensamento, potrebbe aver spinto i ladri a desistere.
Sul caso indagano i carabinieri di Anzio. Non sarà facile identificare gli autori di un gesto incomprensibile. Il sacrario non è videosorvegliato. La zona è buia e il traffico è ridotto ai pochissimi residenti che abitano nelle vicinanze. È a loro che hanno bussato gli inquirenti nel tentativo di raccogliere informazioni utili alle indagini. "Provo lo sdegno più totale. Gli antifascisti non conoscono neppure il rispetto per i morti". Sebbene chi indaga, al momento, non escluda nessuna pista, Alberto Indri, presidente dell’Associazione Campo della Memoria, non ha dubbi. Il movente è ideologico. "La colpa – attacca – è dei predicatori d’odio, di gente come Montanari, che a distanza di tanti anni è ancora intrisa di livore".
La sensazione che dietro all’accaduto si nasconda la mano di qualche estremista ce l’ha pure Luca Zomparelli, assessore alla Sicurezza: "Chi altro potrebbe avere avuto interesse a trafugare quei feretri?". Ferma la condanna del rappresentante della giunta nettunese, che auspica di trovare sponde anche a sinistra. "Di fronte ad un gesto così grave e oltraggioso – ragiona Zomparelli – le distinzioni politiche devono cedere il passo a una condanna corale".
Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli con un’interrogazione al ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
La richiesta è di attivare tutti gli strumenti a disposizione per assicurare i colpevoli alla giustizia e recuperare le spoglie dei caduti. Nella nota in cui annuncia l’iniziativa parlamentare si legge: "La seconda guerra mondiale è finita da settant’anni ed i morti hanno diritto a riposare in pace".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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