Ci sono tre navi delle ong nel Mediterraneo centrale con a bordo quasi 700 migranti che ora fanno pressing sulle coste italiane per avere l'assegnazione di un porto. 355 si trovano a bordo della Geo Barents di Medici senza frontiere. Ocean Viking ne trasporta 114 e altri 216 sono a bordo di Sea-eye4. Tutte aspettano che l'Italia dia il via libera all'attracco.
"Sono fuggiti tutti dalla Libia, alcuni di loro hanno segni di violenza sui corpi", denuncia ora l'equipaggio della nave di Medici senza frontiere. Da Sea-eye4, invece, puntano sul buonismo a tutti i costi: "Da sei giorni stanno ancora aspettando di poter finalmente sbarcare, mentre l'Europa è in vena di Natale e di regali". Ocean Viking, invece, tuona: "Dopo aver subito estenuanti violenze in Libia e un terribile viaggio in mare, devono sbarcare senza ulteriori indugi".
A bordo di Ocean Viking è presente anche un bambino di 17 giorni, al quale durante la permanenza a bordo è stato dato dalla madre il secondo nome di "Sos". La nave di Sos Mediterranee è al sesto giorno di attesa e al momento si trova davanti alle coste italiane, circa 22 miglia nautiche al largo davanti al golfo di Gela. La Sea Eye 4, invece, si trova a circa 13 miglia nautiche da Porto Empedocle. È in attesa da 6 giorni e ha effettuato alcune evacuazioni mediche.
Intanto, in giornata altre 37 persone sono arrivate sulle coste sarde del Sulcis. I carabinieri della stazione di Cortoghiana, nel Sulcis Iglesiente, hanno bloccato 37 persone. I primi 20 uomini, di origine probabilmente algerina, tutti in apparenti buone condizioni di salute sono stati rintracciati nel corso della nottata, mentre altri 17 migranti, tra i quali 15 maschi e un donna adulta con una figlia di circa 7 anni, sono stati rintracciati a Porto Teulada. Nonostante l'inverno, quest'anno non rallenta il flusso dei migranti verso l'Italia.
Nell'ultima conferenza stampa, Mario Draghi ha ribadito la necessità di ridisegnare le modalità dell'accoglienza, con l'Europa che ha "accettato di intraprendere una azione veramente efficace per negoziare con i Paesi di prima provenienza un accordo sui rimpatri
volontari assistiti". Inoltre, Mario Draghi ha sottolineato che "sembra essere accettato anche da altri Paesi che non sia solo l'Italia a fare i corridoi umanitari ma che siano fatti anche da altri Paesi".
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