Trieste in ginocchio dopo l'onda No Vax. Ospedale in crisi: "Rischio zona gialla"

Ieri 267 casi, il numero più alto da aprile. Aperto un nuovo reparto Covid al Maggiore. "Il 90% dei pazienti non immune"

Trieste in ginocchio dopo l'onda No Vax. Ospedale in crisi: "Rischio zona gialla"

Dal Covid non esiste alla zona gialla è un attimo. La Trieste epicentro delle proteste dei No Pass si ritrova alle prese con un'impennata di contagi, frutto delle manifestazioni di piazza dei giorni scorsi, che stanno mettendo a dura prova gli ospedali e rischiano di far tornare il Friuli Venezia Giulia nella fascia con maggiori restrizioni, prima regione che potrebbe cambiare colore in un'Italia in bianco da un pezzo. Per ora è solo un'ipotesi formulata osservando i dati dei nuovi casi, che solo ieri sono stati 267, il numero più alto da aprile, con una percentuale di positività del 4,11%. Ma i focolai vengono monitorati con attenzione. Nel capoluogo regionale, in particolare, si registrano 256 positivi ogni 100mila abitanti da venerdì 22: il dato più alto d'Italia.

E non è un caso che proprio a Trieste si siano concentrate le manifestazioni contro il certificato verde per lavorare, con tanta gente arrivata anche da altre regioni, per lo più non vaccinata, tutti in strada a protestare senza mascherina. Il contesto ideale per la trasmissione del virus. Gli ospedali ne hanno subito risentito. In quello di Cattinara gli accessi giornalieri dei pazienti Covid aumentano di giorno in giorno e sono stati bloccati gli ingressi al pronto soccorso perché mancano posti letto. Tanto che ieri l'ospedale Maggiore ha dovuto riaprire un reparto Covid, che però non è bastato a soddisfare le richieste e già nella mattinata si era formata una lista d'attesa di una decina di persone.

Una situazione che ha portato il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, a ipotizzare una futura «zona gialla». «Questo sì dice - rappresenta il vero limite alla libertà di espressione e delle persone. Se si continua così, allora le manifestazioni si dovranno organizzare in altro modo. Tuttavia, nonostante l'aumento dei contagi, la libertà di manifestare va preservata». Anche se il prefetto non può non far notare che scene come quelle che si sono viste in porto e in piazza dell'Unità «possono portare al propagarsi della pandemia». «Purtroppo il virus ha ripreso a correre e le notizie che giungono dal pronto soccorso non sono confortanti», dice il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, spiegando che il 90% dei pazienti ricoverati non è vaccinato. A confermare il nesso tra proteste e boom dei contagi è anche l'epidemiologo che guida la task force Covid della regione, Fabio Barbone: «In un contesto di aumento della circolazione virale, si sono tenute manifestazioni cui hanno partecipato persone dichiaratamente non vaccinate. Si tratta del focolaio più importante attivo in Friuli Venezia Giulia». A dieci giorni dalle proteste, infatti, 56 persone, di cui 8 portuali, si sono contagiate. Ed erano tutti non vaccinati. Tra loro anche Fabio Tuiach, ex consigliere comunale di Trieste con la Lega, che insieme a Stefano Puzzer è uno dei volti della protesta dei portuali. È stato lui, a inizio settimana, a far sapere di essere risultato positivo, ribadendo però di ritenere il Covid «una truffa». Se si è infettato è stato solo per colpa degli idranti usati dalle forze dell'ordine per disperdere i manifestanti e del freddo di Trieste.

Oggi Puzzer, ormai ex portavoce dei portuali di Trieste e del Coordinamento 15 ottobre, sarà a Milano in piazza Duomo a manifestare con i No Pass. «Martedì farò una cosa per rispondere al silenzio del governo sulle nostre richieste, ma fino ad allora starò fermo», dice.

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