Il gruppo interforze formato da soccorso alpino, polizia, guardia di finanza, carabinieri e vigili del fuoco impegnato sulla Marmolada si è impegnato nella spasmodica ricerca degli ultimi resti dei corpi degli escursionisti travolti dal fiume di ghiaccio che si è staccato dalla montagna. Durante la rischiosa operazione, a causa della precarietà della montagna, sui detriti del seracco crollato domenica sono state trovate anche picozze e zaini. Tutto il materiale rinvenuto verrà analizzato dal Ris di Parma.
I ritrovamenti
I soccorritori parlano di resti umani, non in grosse quantità. Immediatamente inviati ai laboratori, saranno analizzati e a breve si potrebbero avere i risultati per capirne l'identità. La pioggia caduta nella notte ha ripulito la zona del crollo dalla polvere e questo ha facilitato la ricerca. La fase successiva sarà invece comparare i Dna con quelli prelevati ai parenti per dare un nome ai corpi ancora non identificati.
L'elenco dei morti al momento è di dieci persone, certa l'identità di sei vittime. Oltre a Paolo Dani, Filippo Bari, Davide Carollo e Liliana Bertoldo, anche due escursionisti della Repubblica Ceca. Arrivati a Canazeri i familiari hanno riconoscono i propri congiunti. Oltre alle vittime ci sono un disperso e sette feriti ricoverati a Trento e in altri ospedali.
La situazione in vetta
I soccorritori si sono attivati all'alba, come ogni giorno fino alle 9.15. Le temperature più basse, infatti, aumentano la sicurezza, man mano che il sole si alza diventa un pericolo. Si cercano senza sosta gli ultimi resti. I rischi sono molti, la situazione è precaria e potrebbe accadere nuovamente che si stacchi un altro pezzo dalla montagna mentre gli operatori sono a lavoro. Per questo motivo è diventata una corsa contro il tempo.
L'"operazione speciale" è stata svolta da 14 operatori interforze, comprese due unità cinofile che perlustrano da vicino l'ammasso di detriti. Con una nota il soccorso alpino ha dichiarato:"Verso le 6 l'elicottero ha portato in quota gli operatori per ispezionare la parte più bassa del distaccamento. L'operazione sul campo ha avuto inizio alle 6.30 e si è conclusa alle 9.15. Le operazioni si sono svolte con un controllo di sicurezza compatibile con la situazione esistente grazie a sistemi di controllo e valutazione della temperatura." Per il resto della giornata si procede con i droni.
Un'area troppo vasta, con il pericolo ancora in corso e il tempo a disposizione che si riduce sempre di più.
Bisogna tenere i nervi saldi e avere un occhio sempre vigile. Sono stati predisposti anche degli allarmi che scattano al minimo movimento. Se dovessero attivarsi gli uomini avranno fino a 60 secondi per mettersi al riparo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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