Gli aerei delle Ong decollano da Lampedusa per individuare i gommoni dei migranti partiti dalla Libia poi raccolti in mare dai talebani dell’accoglienza come Sea watch. Il Giornale è in possesso delle documentazione sulle 78 missioni dei velivoli Colibrì e Moonbird, dal primo gennaio agli inizi di giugno. Solo 24 sono partite da Malta, che rimane un punto di appoggio. Però la base principale è Lampedusa. Secondo un ex pilota militare «volano tanto, anche una o due missioni al giorno. La durata è spesso lunga con un costo che può aggirarsi sui 300 dollari all’ora». I bilanci di Sea watch certificano che «l’operazione Moonbird» è costata nel 2017 e 2018 ben 622.376 euro donati in gran parte dalla Chiesa evangelica tedesca.
Da gennaio tutti i casi di braccio di ferro fra gli irriducibili tedeschi di Sea watch 3 e il Viminale, compreso l’ultimo in corso, con una quarantina di migranti a bordo della nave al limite delle acque territoriali, sono nati da un avvistamento di uno dei due aerei che decollano da Lampedusa. Moonbird, il velivolo di Sea watch in collaborazione con la svizzera «Humanitarian pilote initiative», ha effettuato dal primo gennaio al 4 giugno ben 49 voli, in gran parte dall’isola italiana. Nella tabella delle partenze è decollato solo 15 volte da Malta, base principale fino alla cacciata dello scorso anno. Moonbird è protagonista della prima sfida al governo italiano di quest’anno del 18 gennaio. Alarm phone, il centralino dei migranti, riceve la telefonata da un natante partito dalla Libia. E allerta il velivolo che individua il gommone. I dati in possesso del Giornale indicano che Moonbird è partito da Lampedusa il 18 gennaio, poi è rientrato, dopo oltre 4 ore di volo ed è ripartito atterrando in serata a Malta.
Dopo l’avvistamento i piloti inviano le coordinate del gommone alla nave Sea watch 3, che recupera 47 migranti 30 miglia a nord di Zwara, in zona di soccorso (Sar) libica. I tedeschi puntano sull’Italia e il 30 gennaio, dopo un braccio di ferro durato 13 giorni, sbarcano i migranti a Catania. Sea watch viene sequestrata, ma il 22 febbraio è libera di salpare verso Marsiglia per lavori e l’11 maggio torna in mare. Quattro giorni dopo l’altro aereo delle Ong, Colibrì, decolla da Lampedusa poco dopo le 8 del mattino e individua un gommone con 65 migranti sempre salpati dalla Libia. Sea watch 3 li recupera come da copione e si dirige verso le coste italiane. Il Viminale nega lo sbarco, ma il 19 maggio il procuratore di Agrigento autorizza l’ingresso in porto per sequestrare la nave e far scendere i migranti. Il fermo dura poco: il 10 giugno gli irriducibili tedeschi sono già in mare. L’unico indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è il comandate italiano, Arturo Centore. Il resto dell’equipaggio non subisce alcuna restrizione e tanto meno i piloti del Colibrì.
Il velivolo di ricognizione è della piccola Ong francese, Pilotes Volontaires. L’Organizzazione umanitaria fondata a Chamonix è presieduta da Jose Benavente Fuentes «con 25 anni di esperienza in aiuti umanitari e pilota dal 2006» secondo il sito ufficiale. Il pilota di linea esperto è Benoit Micolon che ha 6mila ore di volo sui Boeing 747. Gli «umanitari» avrebbero investito 130mila euro per comprare Colibrì, ma in realtà sono aiutati da Sea watch.
«Al costo delle ore di volo va aggiunta la manutenzione, l’assicurazione, che può incidere per 80mila euro l’anno e le tasse aeroportuali. Un discreto giro di soldi» spiega la fonte del Giornale, che ha servito nell’Aeronautica militare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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