"Ecco perché dopo il delitto l'assassino se ne va al bar con gli amici"

Secondo la criminologa e psicologa Margherita Carlini "l'azione omicida è il frutto di altre forme di violenza più 'lievi' e non fisiche esercitate all'interno della coppia da una delle parti"

"Ecco perché dopo il delitto l'assassino se ne va al bar con gli amici"

Uccide il marito dopo una lite furibonda e passa la notte a casa di amici, dopo essere stato con loro al bar. É quanto successo la sera fra lunedì e martedì scorsi a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria. Denaro e gelosie legate a sospetti tradimenti, sarebbero alla base delle circa 30 coltellate inflitte da Luca Meloni al marito Fabio Spiga, responsabile delle vendite in un supermercato di Casale. Dopo l’omicidio, avvenuto nell’abitazione dei due coniugi 43enni sposati dal 2017, Luca ha passato la notte ospite da conoscenti. Solamente nella mattina di mercoledì ha telefonato alla polizia confessando il crimine: “Venite, ho ucciso mio marito”. Le indagini sono in corso e rimane da capire cosa si sia scatenato nella mente dell’assassino. Ne abbiamo parlato con Margherita Carlini, criminologa e psicologa.

Come si fa ad uccidere una persona e passare la notte con amici avendo un cadavere in casa?

"In realtà è come se ci fosse stata una sorta di rimozione, però bisognerà avere maggiori elementi per capire quanto questa rimozione sia stata più o meno conscia o psichica e non funzionale. Può avvenire che quando si commettono azioni gravi e inaccettabili per l’inconscio, vengano poi rimosse. Può essere una rimozione parziale, totale, temporanea. Può anche essere che Luca Meloni sia invece rimasto conscio ma abbia deciso di prendere un po’ di tempo per poi assumersi le responsabilità del caso. Solo l’assassino può dirlo con un atteggiamento collaborativo".

Possibile che nella mente di Luca Meloni non ci sia stato il minimo pensiero per quello che aveva commesso poco prima?

"É possibile che sia uscito di casa sotto choc rimuovendo tutto. Su questo aspetto saranno molto utili anche le testimonianze degli amici che hanno trascorso la notte con lui. Loro potranno dire se Luca era confuso, turbato o era la persona di sempre".

Luca Meloni, Fabio Spiga

Perché autodenunciarsi dopo un giorno? C’è stato magari un vano tentativo di inventare qualcosa per sottrarsi da responsabilità?

"Potrebbe essere che Luca sia rimasto conscio e abbia preso del tempo per creare la sua alibi, dare una ricostruzione alla storia che lo deresponsabilizzasse e poi magari abbia ceduto al peso del rimorso decidendo di autodenunciandosi".

Il motivo del litigio sarebbe legato a questioni di soldi e gelosie. Quale potrebbe essere stata la molla scatenante l’istinto omicida?

"Di solito quando si arriva a questo evento all’interno delle coppie è perché c’è di fondo una dinamica di potere che regola le persone che vivono quella relazione. É quindi probabile che Luca abbia percepito di perdere il controllo verso il marito e che questo lo abbia portato ad imporre la sua supremazia all’interno di quelle dinamiche con una violenza letale".

Possibile che in precedenti litigi non ci siano mai state avvisaglie di azioni omicide ? Si può diventare assassini all’improvviso per una lite di questo tipo?

"Non si diventa assassini all’improvviso. Questa violenza è il frutto di altre forme di violenze passate, più lievi, reiterate.

In queste dinamiche, accade spesso che non vi siano mai stati prima casi di violenza fisica, ma caratterizzati da forme di controllo molto forti. In queste circostanze, è nel momento in cui la parte “debole” prova ad autodeterminarsi, che si scatena l’aggressività eccessiva dell’altra.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica