La notte del 10 marzo 2017, Mario Cattaneo sparò e uccise un ladro introdottosi di notte nel suo ristorante. Da lì le indagini, il processo, la richiesta della legittima difesa e dopo tre anni di limbo, a inizio 2020, l’assoluzione, grazie proprio alla legge sulla legittima difesa voluta dalla Lega di Matteo Salvini
Oggi, a novanta e più giorni dalla pronuncia, sono state rese pubbliche le motivazioni della sentenza che ha scagionato l’oste di Casaletto Lodigiano. Secondo i giudici chiamati a pronunciarsi sul suo caso, infatti, la traiettoria dei colpi di fucile sparati dall’uomo non ha dimostrato che volesse uccise i banditi entrati nel suo locale, bensì mettergli paura, farli scappare.
La notte del 10 marzo
Tutto ha inizio nella notte del 10 marzo del 2017, quando Mario Cattaneo, che viveva nell’appartamento sopra al suo stesso ristorante insieme alla famiglia, sente degli strani rumori provenire dal piano sottostante; una "strana" presenza che fa scattare l’allarme. Armatosi di coraggio e dell’arma, Cattano scende e trova un gruppo di ladri intenti a rubare.
In totale sono in quattro e così raccontò all’epoca dei fatti il faccia a faccia con i malviventi: "Me li sono trovati di fronte. Nonostante l’allarme abbia suonato, nonostante mi abbiano visto, queste persone non si sono fermate. Di fronte a certi banditi gli antifurto non servono a niente".
Ne nasce una colluttazione con uno di loro e in quegli attimi concitati parte un colpo dalla canna del fucile di Cattaneo che va a colpire alla schiena uno dei banditi: si tratta del 32enne Petre Ungureanu, che perde la vita qualche secondo più tardi, dopo essere stato trascinato dai suoi complici all’esterno del locale; quando i tre ladri capiscono che per lui non c’era più niente da fare, lo abbandonano e scappano via.
Le indagini e il processo
La rapina e la morte di Ungureanu finiscono sotto indagine e la richiesta del pubblico ministero per Cattaneo è di tre anni per "eccesso colposo di legittima difesa". In aula, il pm disse che Cattaneo agì in legittima difesa, eccedendone però nei limiti: "È stato lui a mettersi in una situazione di pericolo sfondando la porta bloccata dai ladri".
Tre anni di Odissea giudiziaria e anche di battaglia “politica”, dal momento che la Lega e il centrodestra si sono schierati al fianco di Cattaneo – e di tutte le altre persone come lui, accusate di eccesso colposo di legittima difesa – per aver difeso la propria attività e famiglia. Dopo tre anni di battaglie, il processo e l’assoluzione a gennaio 2020.
Le motivazioni della sentenza
Ora, visto che sono passati tre mesi dalla pronuncia, sono state rese pubbliche le motivazioni del perché, secondo i giudici, il fatto imputato a Cattaneo nei fatti non sussiste ed è più congruo inquadrarlo come un incidente.
Come riportato da Libero, l’istruttoria ha dimostrato che "la rosa di pallini partita dal fucile segue una direzione basso-alto" e che allora l' arma non è stata utilizzata per ferire, "bensì che era stata presa proprio allo scopo di intimidire gli aggressori e farli scappare, onde evitare che potessero fare del male ai familiari".Il diretto interessato, sempre a Libero, commenta così le motivazioni che lo hanno messo dalla parte del giusto: "Mi hanno tolto un peso angoscioso sullo stomaco: la giustizia mi ha dato ragione".
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