Uccise pastore tedesco a fucilate: condannato a quattro mesi di carcere

Nel 2009 un cacciatore di Moneglia uccise il cane perché "abbaiando disturbava gli altri segugi". In primo grado era stato condannato a un anno

Uccise pastore tedesco a fucilate: condannato a quattro mesi di carcere

Era il 2009 quando a Moneglia, in provincia di Genova, il cacciatore Francesco D'Alonzo, proprietario di alcuni segugi, continuava a sentire abbaiare un pastore tedesco che non smetteva di infastidire gli altri cani. Spazientito, l'uomo mise mano al fucile e lo scaricò contro "Ice" - questo il nome dell'animale - provocandone la morte.

Dopo un'agonia protrattasi sotto gli occhi attoniti della padrona, la zampa maciullata dal piombo da caccia, Ice morì ancora prima di raggiungere la clinica veterinaria di Sestri Levante.

In primo grado, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, D'Alonzo fu condannato a dodici mesi di carcere per possesso di armi da fuoco, quattro mesi per l'uccisione di Ice e ottanta euro di multa per la detenzione di munizionamento, venendo però assolto dall'accusa di aver sparato su una pubblica via.

Inoltre, il gup Fabrizio Garofalo rifiutò la concessione delle attenuanti generiche e condannò D'Alonzo a risarcire con 10.070 euro i proprietari di Ice, Stefano Saitta e sua madre Giacomina Morello, oltre alla Lega Antivivisezione, che si era costituita parte civile.

Ora, racconta Il Secolo XIX, quella sentenza è stata confermata

quasi in toto: proprio ieri la Corte D'Appello ha confermato la condanna a quattro mesi per la morte del pastore tedesco, dichiarando prescritti gli illeciti amministrativi legati alla detenzione di munizionamento.

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