Da liberali quali non siamo del tutto, restiamo convinti che una società che vive di divieti sia una sconfitta. Tanto più una città.
Ecco. Milano è una città sconfitta, che sopravvive fra limiti e divieti. L'ultimo, purtroppo solo in ordine di tempo, è quello ventilato dal Garante del Verde, che poi sono tre: mai farsi sfuggire l'occasione di moltiplicare una poltrona inutile, a dimostrazione di quale business sia il green. La proposta è vietare l'accesso ai cani nei parchi, dove non espressamente permesso. L'obiettivo? «La salvaguardia della biodiversità, la tutela della fauna selvatica ed evitare danni alle piante». Le conseguenze? Si proteggono i prati per sporcare i marciapiedi.
Nascono così le Ztl canine. Solo a Milano...
Insomma, nella visione del Garante del Verde ufficio al di sopra del quale consigliamo di istituire un più necessario Garante della Libertà nei parchi sarà vietato lo sfalcio, il fumo, i cani ma, giusto per fare un po' di facile populismo, sarà garantito l'accesso a clandestini, spacciatori, baby-gang, siringhe e alcol. Siamo stati giovani nella Milano da bere, invecchiamo nella Milano che beve. Avanti coi divieti, indietro con i diritti.
Ma poi. Chi garantisce per il Garante?
Certo, a frenare la spinta proibizionista degli ultragreen è intervenuto, con un curioso corto circuito politico, direttamente
lo stesso Sala che ha nominato i garanti. Ma l'impressione è che sui temi ecologici, e non solo, siamo sempre pronti a fare tutto ciò che ci chiede l'Europa. E a volte, per portarci avanti, anche quello che non ci chiede.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.