Ancora una volta, una bomba contro CasaPound. Nella notte ignoti hanno sganciato due molotov che sono esplose di fronte alla sede di Cp a Padova. A darne notizia sono gli stessi militanti del partito della tartaruga, che si è presentato alle elezioni proponendo Simone Di Stefano come premier. Sulle saracinesche della sede la scientifica ha rinvenuto poi scritte "con minacce di morte" contro i "fasci" padovani.
“Si tratta di un atto molto grave – spiega in una nota Carlo Cardona, esponente di CasaPound Padova – naturale conseguenza del clima che da molti mesi si respira in città. Ma se sulle responsabilità specifiche indagano ora gli inquirenti, ciò che vogliamo denunciare è la responsabilità invece politica che investe l’attuale giunta Giordani – Lorenzoni. Dagli scontri provocati dai Centri sociali per impedire altrui manifestazioni e avvenuti con la partecipazione dei consiglieri di Coalizione Civica Ruffini e Ferro, ai gruppi di estremisti che ogni mercoledì sera pattugliano in svariate decine il centro cittadino in cerca di quelli che secondo loro sono fascisti, tanto che oramai la Celere staziona permanentemente nelle piazze, e la cui caccia viene totalmente stravolta nei racconti dal principale quotidiano cittadino che invece la descrive come una passeggiata antirazzista".
I fatti di Padova, peraltro, non sono neppure isolati. Prima delle elezioni CasaPound ha dovuto fare i conti con le aggressioni subite dai suoi militanti, in alcuni casi pestati a sangue o bastonati da avversari politici. E fu sempre una bomba indirizzata contro CP a provocare la mutilazione di un artificiere della polizia a Firenze. La "caccia al fascista" arriva dunque anche a Padova. "Le violenze a Padova hanno un’unica matrice e provengono da un’unica parte - attacca Cardona nella nota - la stessa che per larghi segmenti ha sostenuto elettoralmente la coalizione attualmente al governo cittadino. Ne è prova ad esempio la per nulla imbarazzata partecipazione di consiglieri di maggioranza a contromanifestazioni dei centri sociali che degenerano in scontri pesanti con le forze dell’ordine.
Bene, sappiano questi signori che il punto di arrivo di questa escalation, che oggi segna un’ulteriore tappa, sarà loro precisa responsabilità politica, frutto dei loro silenzi e delle loro ambiguità". In fondo sulle saracinesce della sede campeggia la scritta: morte ai fasci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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