Non so voi, ma io mi vergogno di questo governo. Il nostro presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, quello eletto dal popolo, ha voluto dare fiducia a chi con una vergognosa manovra di palazzo lo ha spodestato. Avrà avuto le sue ragioni, ma dovrebbe capire che i suoi elettori sono sempre meno propensi a sopportare Monti: alle ultime elezioni sono rimasti a casa o, se non l’hanno fatto, hanno scelto per protesta Beppe Grillo.
Adesso Monti ha sentenziato: daremo 50 milioni. Che tecnico, ragazzi: la Confindustria ha valutato i danni in 5 miliardi. Ancora peggio il suo ministro Clini, che ha dichiarato: «Ho cominciato a parlare di un piano nazionale per la sicurezza del territorio non appena mi sono insediato. Un piano che dovrà durare almeno 15 anni». Ha cominciato a parlarne da quando si è insediato? Massimo dirigente al pleonastico ministero dell’Ambiente per oltre 20 anni, fa intendere di esservisi insediato da pochi mesi? E che ha fatto nel frattempo, lui che ha visto passare tutti i ministri? Ha significato a costoro che era necessario un piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio? E che era necessario impiegare il denaro pubblico, evidentemente non infinito, per quelle priorità e non per le menate del riscaldamento globale con annessi impianti fotovoltaici? Evidentemente no, sennò, non ascoltato, si sarebbe dimesso dagli importanti incarichi.
Riconosciamogli la debolezza umana e il coraggio del coniglio, lui, tecnico, al cospetto dei suoi ministri. Cosa ha fatto, da quando è al vertice, a parte cominciare a parlare? Ha provveduto, prima del terremoto (cioè prima che i riflettori puntassero sui tragici fatti), a impostare le proprie azioni di governo alla messa in sicurezza del territorio? Non che avrebbe potuto evitare l’odierno disastro, ma stava agendo in quel senso? Neanche per idea. Anzi: ha continuato a menarla coi cambiamenti climatici e gli impianti fotovoltaici.
A proposito di questi ultimi, dovete sapere che tutti noi utenti elettrici italiani pagheremo quest’anno oltre 5 miliardi alla camorra del fotovoltaico, a fronte di una produzione che vale 800 milioni alla Borsa elettrica. Io, allora, una proposta l’avrei. Posta la valutazione della Confindustria dei danni del terremoto, proporrei di sequestrare gli oltre 5 miliardi che noi utenti elettrici comunque pagheremo sulle nostre bollette, dare ai clan del fotovoltaico 800 milioni per la loro stramaledetta produzione elettrica (che così pagheremmo loro, com’è giusto, a prezzo di mercato) ed impegnare ciò che rimane, cioè oltre 4 miliardi, per rifondere i danni del terremoto.
Se questo governo non fa così dimostra ancora una volta di essere ciò che aveva lasciato intendere fin dall’inizio: protettore, tra le altre, della mafia fotovoltaica. Lo vogliamo a casa, ché proviamo vergogna per esso.
La situazione è più grave di quel che si pensa. I dati storici ci dicono che queste scosse dureranno per mesi. Altre «botte» non sono escluse, anzi. Nessuno le può prevedere. Sarebbe necessario che si operi guardando al futuro anche un po’ più lontano.
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