Vaccini, il "caso Scanzi" finisce in procura: aperto un fascicolo ad Arezzo

Il fascicolo aperto è "a modello 45", ovvero senza indagati e senza ravvisare reati specifici e non sarebbe ancora stato affidato ad un pubblico ministero per avviare le indagini

Vaccini, il "caso Scanzi" finisce in procura: aperto un fascicolo ad Arezzo

La procura di Arezzo ha aperto un fascicolo conoscitivo sulla vicenda della vaccinazione di Andrea Scanzi. Il giornalista quarantenne era finito nell'occhio del ciclone per aver ricevuto, venerdì scorso, la sua dose poiché inserito nelle liste di riserva della Regione Toscana nei panni di caregiver dei suoi genitori.

Il fascicolo "a modello 45"

Secondo quanto riportato dall'AdnKronos, il fascicolo aperto è "a modello 45", ovvero senza indagati e senza ravvisare reati specifici. Al suo interno, per adesso, sarebbero stati inseriti una serie di articoli di giornali che si sono occupati dell'intero caso. Tutto è nato da una segnalazione del nucleo di polizia giudiziaria dei carabinieri di Arezzo. I militari hanno raccolto tutto ciò che emerso sul caso: insieme alle notizie di stampa, anche le indicazioni dei programmi televisivi che si sono occupati del caso e le comunicazioni dello stesso Andrea Scanzi fatte attraverso i social. Il fascicolo conoscitivo non sarebbe ancora stato affidato ad un pubblico ministero per avviare le indagini.

Nel frattempo, il presidente dell'Avis Toscana, Adelmo Agnolucci, ha provato a gettare acqua sul fuoco dichiarando, sempre all'agenzia AdnKronos, che "la vaccinazione di Andrea Scanzi è regolare". Agnolucci ha ricordato che è previsto nella normativa dei vaccini che "se si accudiscono persone fragili e a rischio, come lo sono i genitori anziani di Scanzi, si ha diritto al vaccino". Questo, tra l'altro, è previsto "anche per le badanti e per chi si prende cura in generale di soggetti fragili". Scanzi avrebbe quindi fatto ricorso a questa normativa e sarebbe "in regola"."Non ha fatto alcun intrallazzo per vaccinarsi prima", ha concluso il presidente parlando del giornalista.

Non si placano le polemiche

Eppure, considerando i ritardi sulle vaccinazioni agli anziani che affligono la Toscana, le polemiche faticano a placarsi. Nelle ultime ore, il diretto interessato ha così commentato la questione: "Era una vaccinazione legale, autorizzata e che rifarei. Una vaccinazione per cui larga parte degli italiani avrebbe dovuto ringraziarmi. L’ho fatta in un momento storico in cui nessuno o pochi italiani avrebbero voluto fare AstraZeneca".

"Non era un boccone da ghiotti, sia perché nessuno voleva fare quella vaccinazione sia perché nessuno si era iscritto a quella lista che esisteva ed era solo verbale. E che grazie a me è diventata pubblica", ha quindi aggiunto Scanzi. Al giornalista è stata somministrata una dose del vaccino in quanto il suo nome era stato inserito nella lista della panchina vaccinale, occupandosi attivamente della cura dei genitori anziani, fragili e quindi esposti al virus. La Regione Toscana ha infatti creato liste di riserva per usare le dosi non somministrate agli aventi diritto inseriti nelle liste principali.

I ritardi della Regione Toscana

E qui si apre un altro fronte, strettamente collegato alla vicenda Scanzi. La Regione Toscana è accusata di essere in ritardo sulle vaccinazioni agli anziani. Agnolucci ha spiegato che "il capogruppo Pd in Consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli e il presidente della Commissione sanità Enrico Sostegni hanno appena chiesto una verifica in Commissione Sanità all'assessore Simone Bezzini sull'andamento del piano vaccinale".

Entrambi, ha proseguito Agnolucci, "chiederanno che le 120mila dosi di vaccini Pfizer e Moderna annunciate per le prossime due settimane vengano destinate agli ultraottantenni e ai portatori delle patologie più gravi, con

l'obiettivo di completare la vaccinazione entro aprile grazie alla collaborazione dei medici di famiglia e, se questi non bastassero, attivando tutte le risorse necessarie per consentire il raggiungimento dell'obiettivo".

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