L'inchiesta partita da Trapani nell'agosto del 2017 e ancora oggi in corso, tanto da essere la più importante su questo fronte, non è stata la prima sulle Ong. Prima ancora il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro si è beccato le ire di attivisti e politici del centrosinistra per aver aperto un'indagine su presunti contatti tra Ong e scafisti.
Anche le sue parole pronunciate all'epoca nella trasmissione Agorà, circa la complicità delle organizzazioni con i trafficanti, hanno causato veri e propri terremoti mediatici. Quell'inchiesta è stata poi archiviata nel 2019. Altre, da parte di diverse procure siciliane, sono state aperte. Spesso è sopraggiunta l'archiviazione, ma le indagini hanno anche permesso di acquisire elementi e indizi delicati in chiave politica.
Oggi le inchieste aperte sono tre. C'è quella di Trapani appunto, così come quella di Ragusa su Luca Casarini con al centro Mediterranea Saving Humans. Non è ancora chiusa ufficialmente quella su Carola Rackete ad Agrigento, con il fascicolo messo in piedi dopo lo speronamento della Sea Watch 3 di una motovedetta della Guardia di Finanza a Lampedusa nel giugno 2019.
Le inchieste passate
C'è una costante quando si parla delle indagini sulle Ong. Buona parte del mondo mediatico e politico vicino agli attivisti plaude alle procure che non mettono sotto inchiesta le organizzazioni. Al contrario, vengono messe sotto cattiva luce quelle che avviano procedimenti avversi alle Ong. Contro Carmelo Zuccaro a Catania, dopo la prima inchiesta sul mondo delle organizzazioni umanitarie impegnate nel Mediterraneo, non sono mancati attacchi politici. Il ministro della Giustizia di allora, si trattava di Andrea Orlando del Pd, ha chiesto al procuratore di parlare con atti alla mano.
Anche negli anni successivi non sono mancati attacchi verso il capo della procura etnea. Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans, lo scorso 7 aprile ha parlato di “criminalizzazione” delle Ong da parte di alcune procure, con riferimento alle inchieste partite da Catania: “Basta ricordare – ha dichiarato in un'intervista riportata da AdnKronos – la grande sinergia tra Zuccaro e l'ex ministro dell'Interno Marco Minniti”. Un modo per insinuare presunti coordinamenti tra il Viminale e gli uffici della procura del capoluogo etneo.
Al contrario, non sono mancati plausi verso altri giudici. Come quando ad esempio nel luglio 2019 il Gip di Agrigento, Alessandra Vella, ha tolto i domiciliari a Carola Rackete pochi giorni dopo lo speronamento di Lampedusa. Per le Ong ovviamente il Gip in questione ha agito liberamente. La procura di Agrigento ha aperto e poi chiuso altre inchieste sulle organizzazioni. Ma erano di tenore diverso. Riguardavano, in particolare, i sospetti di favoreggiamento dell'immigrazione durante la torbida estate del 2019, caratterizzata proprio dal braccio di ferro tra Ong e l'allora ministro Matteo Salvini a seguito del via libera dei decreti sicurezza.
La “colorazione” politica data alle procure siciliane è rimasta solo sul piatto delle polemiche. Da Catania, così come da Agrigento e da altre piazze dell'isola, semplicemente sono state seguite leggi e procedure. Tanto è bastato per scatenare negli anni un'infinità di insinuazioni, sia a favore che contro le attività delle procure.
L'inchiesta di Trapani
Riemerso dopo 4 anni di silenzio, il procedimento avviato dalla procura trapanese nel 2017 è invece ancora aperto e sta innescando anche in questo caso molte polemiche. Gli inquirenti hanno in mano molti indizi contro tre Ong: la tedesca Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere. Ci sono foto, video e testimonianze su presunti rapporti tra attivisti e trafficanti. E infatti non si sta procedendo in questo caso all'archiviazione, per 24 soggetti è stata inviata ad inizio aprile la notifica di conclusione delle indagini.
Le polemiche sono però arrivate su altri fronti. Ossia sul caos scoppiato in relazione alle intercettazioni di alcuni giornalisti nel 2017. Molti cronisti in realtà sono stati intercettati indirettamente. L'unica utenza realmente sotto controllo era quella di Nancy Porsia, estranea all'inchiesta. Da qui le polemiche che probabilmente faranno rallentare i tempi dell'inchiesta.
Da Trapani il procuratore Maurizio Agnello ha però puntualizzato alcuni dettagli. Come ad esempio il fatto che il colloqui tra la giornalista e il suo avvocato, quello maggiormente finito al centro delle polemiche, non era di tipo professionale. Così come si legge tra i documenti della procura di Trapani esaminati da IlGiornale.it, tra Nancy Porsia e l'avvocato si parlava del ruolo della giornalista come testimone o come consulente in un altro processo sull'immigrazione in corso a Palermo.
Ad ogni modo, il fatto che ad essere intercettata è stata una cittadina non indiziata e non indagata potrebbe richiedere molto tempo agli ispettori inviati dal ministero della Giustizia nella città siciliana. Rinviando a data da destinarsi altre (probabili) polemiche politiche.
Le polemiche politiche
Ovviamente anche la procura di Ragusa, “rea” di aver aperto l'inchiesta su Mediterranea Saving Humans accusata di aver concluso un accordo preventivo con una società navale danese per il trasbordo di migranti nel settembre 2020, è finito al centro delle polemiche. Con gli inquirenti iblei etichettati come coloro che hanno il solo scopo di criminalizzare le Ong.
Un'indagine partita il primo marzo Nelle settimane successive invece a Palermo è stato rinviato a giudizio l'ex ministro Matteo Salvini sul caso Open Arms. In questo caso il mondo politico e mediatico vicino alle Ong ha lanciato un plauso alla procura siciliana.
E qui emerge un'altra costante: quando si tratta di inchieste che coinvolgono le organizzazioni, sui giudizi in merito le attività dei giudici si applicano sempre due pesi e due misure.Le polemiche sulle indagini riguardanti le Ong riflettono le tensioni di natura politica sul fronte immigrazione. Un'altra costante, anche questa, destinata a perdurare nel tempo.
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