Per i magistrati di Ragusa sono due le prove principali a sostegno delle indagini rivolte verso Luca Casarini e altre tre persone legate a doppio filo alle attività della Mare Jonio, la nave dell'Ong Mediterranea Saving Humans.
Da un lato un bonifico da 125mila euro erogato dalla società danese Maersk Tankers alla Idra Social Shipping, proprietaria della Mare Jonio. Dall'altro una finta gravidanza che ha giustificato un trasferimento in elicottero di una donna risultata poi in un buono stato di salute, tanto da essere dimessa da un ospedale siciliano. Un elemento che, secondo gli inquirenti, sarebbe un emblema delle incongruenze riscontrate sull'intera vicenda.
Il bonifico
Lunedì la procura di Ragusa ha reso noto di aver avviato un'indagine nei confronti di quattro soggetti: Luca Casarini, ex antagonista e capomissione della Mare Jonio, Beppe Caccia, ex assessore a Venezia nella giunta Cacciari, il regista Alessandro Metz e il comandante Pietro Marrone.
Per loro l'accusa è di favoreggiamento e violazione delle norme del codice della navigazione. I fatti risalgono al 12 settembre scorso, quando a Pozzallo sono sbarcati dalla Mare Jonio 27 migranti. Questi ultimi per 38 giorni sono stati a bordo della Maersk Etienne, motonave battente bandiera danese di proprietà della società Maersk Tankers.
Soccorsi in acque maltesi, dopo quindi quasi 40 giorni i migranti sono stati trasbordati sulla Mare Jonio e poi fatti sbarcare a Pozzallo. È proprio sul trasbordo che la procura iblea ha voluto puntare i riflettori. Secondo i magistrati, il passaggio dei migranti dalla nave danese a quella italiana è avvenuto dopo accordi economici stipulati tra gli armatori.
Così come raccontato da Felice Cavallaro sul Corriere della Sera, i magistrati ragusani sospettano che ci sia stato un accordo segreto tra i protagonisti per dare vita a un vero e proprio scambio: i soldi in cambio del trasferimento dei migranti. E la prova risiederebbe in un bonifico da 125mila euro al vaglio degli inquirenti.
Se però per la procura di Ragusa potrebbe essere questo l'elemento decisivo per l'indagine, non è così per i diretti interessati. In una nota la Idra Social Shipping ha fornito la sua versione dei fatti. Quella somma sarebbe stata effettivamente erogata, ma non a seguito di accordi segreti con la società danese: “Non vi è mai stato alcun accordo preventivo, tantomeno di natura economica – si legge – tra amministratori e dipendenti di Idra Social Shipping, da una parte, e la compagnia danese Maersk Tankers”.
Il bonifico sarebbe infatti stato erogato dopo un incontro avvenuto tra i membri delle due società a novembre, dunque due mesi dopo lo sbarco a Pozzallo: “I rappresentanti della compagnia danese li abbiamo incontrati nel contesto di riunioni con le organizzazioni di rappresentanza degli armatori europei – si legge ancora nella nota della società proprietaria di Mare Jonio – con i quali stiamo da allora discutendo le problematiche delle navi mercantili che incrociano nel Mediterraneo e la comune richiesta affinché gli Stati rispettino gli obblighi relativi al coordinamento dei soccorsi e allo sbarco delle persone recuperate in mare”.
Dopo questi incontri, da parte danese sarebbe stato chiesto in che modo si poteva dare sostegno politico e logistico alla causa portata avanti dall'Ong italiana: “Sulla base della Convenzione di Londra del 1989 sull’assistenza tra navi in acque internazionali – hanno dichiarato Beppe Caccia e il regista Alessandro Metz – Maersk ha così parzialmente riconosciuto le spese aggiuntive sostenute da “Idra Social Shipping” per i servizi svolti in mare, come forma di sostegno”. Quei 125mila Euro sarebbero quindi una sorta di “ristoro” e di sostegno. Non la vedono alla stessa maniera gli inquirenti.
La finta gravidanza
Anche perché il procuratore di Ragusa, Fabio D'Anna, e il sostituto Santo Fornarier, rimangono insospettiti da altri aspetti della vicenda. Nei giorni in cui si sono sviluppati i fatti contestati, una donna è stata fatta evacuare dalla motonave danese per via del suo stato di gravidanza. Una volta giunta in un ospedale siciliano però, la procura avrebbe in realtà accertato che la donna stava bene e non esisteva alcuna gravidanza.
Da qui, come sottolineato ancora da Felice Cavallaro, l'idea degli inquirenti secondo cui il trasferimento della ragazza potrebbe aver rappresentato una messa
in scena. Anche perché, sempre secondo la ricostruzione dei magistrati, tutti i migranti sbarcati a Pozzallo hanno trascorso 38 giorni all'interno di apposite cabine e non avrebbero sofferto particolari problemi di salute.
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