Il 14 agosto 2005 un volo della compagnia aerea Helios Airways decolla da Atene diretto a Larnaca, con a bordo 115 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio. Ma, a causa di un problema all’impianto di pressurizzazione del velivolo, l'equipaggio e i passeggeri perdono i sensi e l’aereo precipita senza lasciare superstiti in una zona montuosa nei pressi di Grammatiko. Quello del volo della compagnia cipriota è considerato uno dei più spaventosi e singolari incidenti accaduti nel nostro secolo.
La dinamica dell’incidente
Il velivolo, un Boeing 737-300 della compagnia cipriota Helios Airways proveniente da Londra, atterra a Larnaca, Cipro, la notte del 13 agosto. Una volta a terra, l’equipaggio segnala di aver udito strani rumori provenire dalla coda del velivolo durante il volo e di aver notato una formazione di ghiaccio in uno dei portelloni. I tecnici della compagnia che effettuano la manutenzione conducono alcuni test per verificare che non vi siano perdite d’aria all’interno della cabina di pilotaggio, ma non trovano anomalie. Uno dei tecnici modifica la modalità di funzionamento dell'impianto di pressurizzazione da automatica a manuale durante i test, ma dimentica di riportarla in modalità automatica. L'aereo viene considerato sicuro e il volo Helios Airways 522 parte con 121 persone a bordo.
Alle 9.07 di mattina il Boeing decolla da Larnaca diretto ad Atene e successivamente a Praga. Il comandante e il primo ufficiale non si accorgono che l’impianto di pressurizzazione è in modalità manuale, perciò iniziano l’ascesa fino a 10000 metri in tutta tranquillità. Man mano che il velivolo sale però, la pressione interna della cabina diminuisce. Quando il Boeing raggiunge i 3670 metri, in cabina inizia a suonare l’allarme di decompressione. A quel punto il comandante chiede spiegazioni riguardo all’anomalia riscontrata agli ingegneri della compagnia cipriota. Durante la comunicazione tra i piloti del Boeing e i tecnici della Helios, le spie dei sistemi di refrigerazione e dell’allerta generale (Master Caution) si accendono, spiazzando sempre di più l’equipaggio. Dato che le maschere a ossigeno nella cabina di pilotaggio si attivano manualmente, i piloti non intuiscono ciò che sta accadendo e ipotizzano possa trattarsi di un surriscaldamento del sistema di raffreddamento.
Il volo dell'aereo "fantasma"
In stato confusionale dovuto alla mancanza d’ossigeno, i piloti continuano a ripetere che le spie del sistema di raffreddamento sono spente. Perplessi, gli ingegneri chiedono al comandante di verificare se il sistema di pressurizzazione sia in modalità automatica, ma quest’ultimo, evidentemente ormai in ipossia, ignora la richiesta e chiede invece ai tecnici dove si trovi l’interruttore del sistema di raffreddamento. Questa è l’ultima comunicazione tra l’equipaggio del volo Helios Airways 522 e i tecnici a terra. Gli ingegneri provano a ricontattare l’aereo, ma non ottengono risposta da parte dei piloti, probabilmente svenuti. L’aereo, governato dal pilota automatico, continua la sua crociera come un fantasma solitario, sorvolando i cieli ellenici. Per ore la torre di controllo di Nicosia e quella di Atene cercheranno di contattare il Boeing senza successo. Alle 10.40 il volo 522 viene intercettato mentre, ancora stabile in quota di crociera, attende di atterrare ad Atene.
A questo punto i controllori di volo dell'aeroporto di Atene e quelli di Larnaca avvertono l’Aeronautica Militare Ellenica, che viene messa al corrente della complessa situazione. Su ordine del capo di stato maggiore, l’ammiraglio Panagiotis Chinofotis, due caccia F-16 della base aerea di Nea Anchialos si alzano in volo per raggiungere il velivolo, che vaga senza controllo. Rintracciato sopra l’isola di Ceo, i caccia notano che in cabina di pilotaggio il posto del comandante è vuoto, mentre il secondo pilota è incosciente. La situazione all’interno dell’aereo è drammatica: dai caccia si vedono i passeggeri immobili, privi di coscienza, con le maschere ad ossigeno penzolanti dal soffitto. Alle ore 11.49 i piloti militari avvistano un uomo precipitarsi nel cockpit, prendere i comandi e fare cenno ai piloti di non essere in grado di controllare il velivolo. Pochi minuti dopo il carburante si esaurisce, e i motori si spengono. L'uomo tenta di risollevare l'aereo, che nel frattempo inizia l'inesorabile picchiata verso il suolo. Ma non c'è nulla da fare: il volo Helios Airways 522 si schianta nelle vicinanze di Grammatiko, a 40 chilometri da Atene.
Le indagini
Gli inquirenti scartano da subito l’ipotesi di un dirottamento aereo e dell’abbattimento del volo 522 da parte dei caccia, e inviano il Cockpit Voice Recorder e le scatole nere a Parigi, per essere esaminati. Dalle registrazioni emerge che al momento dell’avvicinamento dei caccia l’unico dei piloti ancora al suo posto era il primo ufficiale, incosciente. L’ipotesi più plausibile è che il comandante si fosse allontanato per verificare il corretto funzionamento del sistema di raffreddamento, e che fosse svenuto prima di tornare al suo posto. L’uomo che i militari dei caccia videro prendere i comandi si chiamava Andreas Prodromou, era un assistente di volo con esperienza di pilotaggio. L’uomo rimase cosciente molto probabilmente grazie ad alcune maschere a ossigeno inutilizzate e prima dello schiantò riuscì eroicamente a portare l'aereo lontano dalla città di Atene, come riportato dal sito Simpleflying.
Dalle indagini si apprende che oltre ai rumori rilevati il giorno prima della sciagura, il sistema di pressurizzazione e condizionamento d'aria del Boeing erano stati riparati ben cinque volte nei mesi precedenti. Fatto ancora più grave, il 16 dicembre 2004 durante un volo da Varsavia, l’aereo aveva subito una perdita di pressione all’interno della cabina, causando il ricovero in ospedale di tre passeggeri. La maggior parte dei passeggeri del volo 522 furono ritrovati carbonizzati, a causa dell'incendio che si propagò dopo lo schianto del velivolo. Pertanto risultò difficile il riconoscimento. Dall'autopsia risultò però che le vittime erano ancora vive al momento dell'impatto, probabilmente incoscienti per la mancanza d'ossigeno.
Il rapporto conclusivo delle indagini imputò l’incidente a vari fattori, tra cui l’errore umano e l’”inefficacia delle misure” adottate dalla Boeing. Il velivolo infatti aveva mostrato già nei precedenti voli diverse criticità strutturali. La causa principale della tragedia venne individuata nell’errata impostazione del sistema di pressurizzazione della cabina, i cui responsabili furono i tecnici che dimenticarono di riportare dalla modalità manuale a quella automatica.
I familiari delle vittime denunciarono la Boeing, che dal rapporto investigativo risultò corresponsabile dell’accaduto e la Helios Airways cessò i voli nel 2006, quando il governo cipriota dispose il sequestro dei velivoli della compagnia e dei suoi conti bancari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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