
È il 26 settembre 2002 quando in Senegal accade la più grave tragedia marittima del nostro secolo. Il Le Joola, un traghetto di proprietà dello Stato, che collega Ziguinchor, città del Senegal sudoccidentale, nella regione di Casamance, a Dakar, affonda al largo delle coste del Gambia. È una mattanza: secondo i dati ufficiali, quel giorno perdono la vita 1863 persone, ma le associazioni dei familiari delle vittime stimano che il numero effettivo dei morti superi i 2000, rendendo questo naufragio ancora più devastante di quello del Titanic. Solo 64 passeggeri sopravvivono in questa catastrofe senza precedenti per l’Africa occidentale.
Un traghetto sovraccarico e mal gestito
Sin da subito, sulla tragedia si aprono dettagli inquietanti. Il Le Joola, infatti, è un traghetto progettato per trasportare circa 580 persone, ma al momento del disastro ha a bordo più del triplo della sua capacità massima. Tra i passeggeri vi sono studenti, commercianti, turisti e persino bambini che tornano a Dakar. Per la regione della Casamance non si tratta di un’imbarcazione qualunque, ma di un punto di riferimento, un mezzo di trasporto essenziale per la popolazione locale, isolata dal resto del Senegal a causa del conflitto separatista in corso dai primi anni Ottanta, eppure, nonostante la sua importanza, il traghetto si presenta in pessime condizioni e privo di adeguati sistemi di sicurezza.
Il Le Joola lascia il porto di Ziguinchor alle 13,30. L'ultima chiamata da parte del personale di bordo viene trasmessa a un centro di sicurezza marittima a Dakar alle 22,30, e riporta buone condizioni di viaggio. Mezz'ora dopo, l'imbarcazione va incontro al suo destino: le condizioni meteorologiche si fanno avverse, una tempesta e il sovraccarico portano il Le Joola a inclinarsi. Sono le 23 quando le forti raffiche di vento non lasciano scampo: l’impatto con l’acqua gelida e la violenza della tempesta rendono quasi impossibile la sopravvivenza dei passeggeri intrappolati all’interno. Dopo cinque e interminabili minuti, il Le Joola si capovolge completamente per continuare a galleggiare fino alle 15 del giorno dopo, quando si inabissa. A quel tempo, immediatamente dopo la tragedia, il presidente senegalese Abdoulaye Wade fa mea culpa: “Dobbiamo fare la nostra introspezione e ammettere che i vizi che sono alla radice di questo disastro trovano il loro fondamento nelle nostre abitudini di leggerezza, mancanza di serietà, responsabilità, a volte avidità”.
I soccorsi tardivi fanno il resto
I soccorsi sono lenti e ostacolati dalle difficili condizioni del tempo atmosferico. Per questo motivo, le operazioni di salvataggio iniziano solo 18 ore dopo il naufragio, quando ormai la maggior parte dei passeggeri ha già perso la vita. Secondo un rapporto degli investigatori senegalesi, l'aeronautica invia aerei e soccorsi solo alle 12 del giorno dopo e i primi superstiti vengono portati in salvo da alcuni pescatori.
Il relitto è ancora sommerso

A distanza di ventitre anni, il Le Joola rimane un relitto sommerso nell’Atlantico, un cimitero che, semmai dovesse essere recuperato, restituirà corpi e altro dolore. Di questo ha parlato uno dei sopravvissuti, Leandre Coly, che all’epoca del disastro aveva 37 anni, alla stampa africana: “Le anime sono in fondo all’oceano e ci parlano quotidianamente. Ci tendono la mano per venire a prenderle. La marea le colpisce, le massacra, perché il mare non è un cimitero. Dobbiamo farle uscire. Questo ci permetterebbe di liberarci, di poter fare il nostro lutto”. Il Le Joola era stato costruito in Germania nel 1990, era lungo 79 metri e largo 12, progettato per consentire la navigazione fluviale e in acque poco profonde. Il suo nome era un tributo alla tribù Jola, originaria della Casamance.
La responsabilità della tragedia è stata attribuita principalmente al governo senegalese e alla compagnia di navigazione statale.
Nel 2003 il Senegal ha chiuso le indagini attribuendo la colpa al capitano Issa Diarra, morto nell'incidente. Nel gennaio 2024, il primo ministro Amadou Ba ha inaugurato a Ziguinchor il memoriale-museo Le Joola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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