Yara, Massimo Bossetti resta in carcere: respinta la richiesta dei legali

Secondo il Gip ci sono gravi indizi contro il muratore di Mapello. Una testimone potrebbe incastrarlo al processo

Yara, Massimo Bossetti resta in carcere: respinta la richiesta dei legali

Il gip di Bergamo Vinceza Maccora ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Massimo Bossetti, accusato di essere l'assassino di Yara Gambirasio. La procura ha deciso di non procedere con la scarcerazione perché rimangono gravi indizi di colpevolezza per Massimo Bossetti e, alla luce di quanto depositato di recente dal pm, si è ampliata la gravità degli indizi nei suoi confronti. Inoltre ad inchiodare ci sarebbero le ricerche nel computer di Bossetti riguardanti minori fino al maggio 2014 e la testimonianza d’una donna che ha detto d’averlo visto l’estate prima dell’omicidio di Yara con una ragazzina fuori dalla palestra di Brembate. Insomma a quanto pare la posizione del muratore di Mapello si fa sempre più difficile.

La richiesta dei legali si basava anche sulla mancata procedura di giudizio immediato custodiale.

Nella sua richiesta, depositata ieri e sulla quale il gip di Bergamo Ezia Maccora ha dato parere negativo, l’avvocato Claudio Salvagni, oltre a sottolineare presunte incongruenze degli accertamenti sul Dna trovato sul corpo della vittima e attribuito a Bossetti, ritiene un fatto "nuovo e importante" il fatto che il pm Letizia Ruggeri non abbia chiesto l’immediato entro il termine di 180 giorni dall’arresto, nonostante la Procura sostenga di avere un quadro indiziario sufficiente. Su questo punto la difesa di Bosseti ha basato la richiesta di scarcerazione.

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