Zangrillo spegne già gli allarmisti: "I positivi non sono malati"

Il professore mette in chiaro le cose e respinge gli attacchi della Fondazione Gimbe: "I positivi non hanno valore medico"

Zangrillo spegne già gli allarmisti: "I positivi non sono malati"

Il professor Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardio-Toraco-Vascolare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, è tornato a parlare di positività al coronavirus. Intervenuto nella trasmissione In Onda de La7, ha spiegato che essere contagiati non significa essere malati. Negli ultimi tre giorni abbiamo toccato 1.147 casi. Zangrillo ha ricordato che ciò che sta avvenendo oggi in Italia è esattamente quello che aveva lui stesso pronosticato lo scorso 28 aprile, ovvero che avremmo dovuto convivere con il virus.

Zangrillo: "Essere contagiati non significa essere malati"

Zangrillo ha inoltre aggiunto che “fa bene il governo ad adottare con le regioni tutte le norme per cercare di identificare precocemente i contagiati. Non dobbiamo però confondere il contagiato con il malato. Il contagiato ha un’evidenza sierologica per cui è venuto a contatto con un virus e nel 99% dei casi non manifesta una sintomatologia clinica. Ci sono appuntamenti che potrebbero creare disagio e preoccupazione, come la riapertura delle scuole, ma non dobbiamo creare confusione: essere contagiati non significa essere malati, non ha alcun significato dal punto di vista clinico-sanitario”. Ovviamente a queste sue parole non sono mancate in seguito le polemiche. Ma il professore, in passato tacciato di negazionismo, è ormai abituato.

Tutti ricorderanno quando a fine maggio aveva osato dire che il Covid clinicamente non esisteva più. Immediate le rimostranze da parte di altri esperti, come l’infettivologo Massimo Galli, il virologo Andrea Crisanti e praticamente tutto il Comitato tecnico scientifico. E se c’è chi ancora crea allarmismo ed è quasi certo che presto ci dovremo aspettare altri lockdown, Zangrillo cerca invece di fare appello al buonsenso degli italiani, che fino a questo momento si sono comportati benissimo, e che riusciranno a continuare a mantenere le norme di sicurezza. Basta che le persone siano responsabili e potranno tranquillamente convivere con il virus.

La riapertura delle scuole

Alcuni appuntamenti potrebbero nel futuro prossimo creare preoccupazione. La riapertura delle scuole per esempio, senza però creare confusione. “Va detto in modo molto chiaro che essere contagiati di Sars-Cov-2 non vuol dire essere malati. Non ha alcun significato dal punto di vista clinico-sanitario” ha ribadito il professore. Su Twitter non tutti sono stati concordi con le affermazioni pronunciate dal professore.

Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe, non ha perso tempo e ha subito criticato l’intervento: “Questa affermazione in ottica di sanità pubblica è una grande bestemmia, caro Zangrillo”. Non si è fatta attendere la risposta di Zangrillo che ha liquidato la polemica con un semplice “Studia”.

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