I punti chiave
“L’incoronazione di Sua Maestà il re e di Sua Maestà la regina consorte si terrà nell’Abbazia di Westminster sabato 6 maggio 2023. La cerimonia sarà officiata dall’arcivescovo di Canterbury. Come già annunciato il servizio rifletterà il ruolo del monarca oggi e guarderà al futuro pur rimanendo radicato nelle tradizioni di lunga data e nello sfarzo”. Con queste paroleBuckingham Palace ha introdotto i nuovi dettagli della cerimonia d'incoronazione di Carlo III, che si svolgerà nel segno della sobrietà e dell’inclusività. Tra questi anche la musica di un coro LGBTQ+, evento che promette di suscitare scalpore e, forse, anche qualche polemica.
Tre giorni di festa
Dal 6 all’8 maggio 2023 il Regno Unito celebrerà l’incoronazione di re Carlo III. Oltre al “solenne servizio religioso”, che è anche “occasione di celebrazione e sfarzo”, ci saranno concerti e feste che riuniranno tutto il popolo. Ma andiamo con ordine. Buckingham Palace ha reso noto: “Le Loro Maestà il re e la regina consorte arriveranno in processione all’Abbazia di Westminster da Buckingham Palace”, rispettando la tradizione della “processione del re”.
Re Carlo III indosserà l'uniforme e non gli abiti regali, ormai considerati fuori moda. Dopo la cerimonia religiosa i sovrani torneranno a Palazzo compiendo, invece, la “processione dell’incoronazione”, che vede riuniti tutti i membri più importanti della royal family. Una volta rientrati a Buckingham Palace Carlo e Camilla si affacceranno dal balcone per salutare gli inglesi, chiudendo la storica giornata del 6 maggio 2023. Tra i tanti eventi che avranno luogo dopo la funzione religiosa, dall’iniziativa solidale del “Coronation Big Lunch” il 7 maggio 2023 a “The Big Help Out” l’8 maggio 2023, incentrato sul volontariato, il più atteso è il concerto in diretta dal Castello di Windsor.
Domenica 7 maggio 2023, infatti, la residenza verrà illuminata da “icone della musica mondiale e star contemporanee” e da “un’orchestra di livello mondiale”. Per celebrare l’evento è stato creato anche un coro, “un gruppo eterogeneo” in cui sono confluiti “cantanti dilettanti provenienti da tutto il Regno Unito, come i cori dei rifugiati, dell’NHS, i gruppi di canto LGBTQ+ e i cori di persone sorde”. A questi cantori verrà dedicato un documentario che ripercorrerà “le storie delle persone che rappresentano i tanti volti e le tante voci del Paese”. Non solo: accanto al gruppo canterà persino “un coro virtuale composto da cantanti provenienti da tutto il Commonwealth”.
Il coro Lgbt
L’attenzione dei media si è concentrata sul coro Lgbt, una vera novità che infrange le tradizioni. Una scelta ben precisa, che vuole caratterizzare il nuovo regno di Carlo III. Sua Maestà, infatti, vorrebbe dimostrare di avere a cuore i temi legati ai diritti civili, ma probabilmente spera anche di riuscire a riunire tutto il popolo in nome della Corona, al di là della religione, dell’orientamento sessuale, delle origini.
In tal senso la politica regale di re Carlo III è molto interessante, poiché vorrebbe porre la monarchia come elemento centrale del regno, superando le divisioni e i contrasti inevitabili in qualunque nazione e oggi aggravati anche dalla crisi economica e dalla complicata situazione geopolitica. Il sovrano vorrebbe rafforzare una nuova identità britannica facendo perno sul suo ruolo simbolico. La cerimonia di incoronazione è il primo passo in questa direzione ed è anche il più eclatante, visto che avrà eco mondiale.
La scelta "furba" di Carlo III
Impossibile, poi, non cercare nella scelta di un coro Lgbt anche una risposta implicita alle accuse di razzismo, freddezza e di intolleranza lanciate dal principe Harry in diverse interviste e nel suo libro “Spare. Il Minore”.
Sembra quasi che re Carlo III voglia far ricredere il suo secondogenito, spiegandogli con i fatti che la monarchia inglese non è uno splendido reliquiario immobile, ma una creatura viva, che cambia con il tempo e pur abitando in antichi palazzi vive accanto alle persone comuni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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