Un Mauro Corona scatenato ieri a La Zanzara, su radio24. Lo scrittore-montanaro di Erto che ha vinto il premio Bancarella nel 2011 con La fine del mondo storto (Mondadori) e che è appena tornato in libreria con Confessioni ultime (Chiarelettere) c'è andato giù durissimo con tutto il mondo culturale italiano. A partire dalle sue emanazioni televisive e radical-chic. «Se fai un passaggio da Fazio magari vendi 300mila copie. Ma Fazio prende chi vuole lui, se gli stai sulle palle non ti chiama, questo non è servizio pubblico. È un feudo personale... non si vanti di promuovere la cultura...». E già che c'era se l'è presa anche con gli ospiti del presentatore: «Solo a parole la Rai è televisione pubblica... Non ci sarà solo Gramellini che nel pianeta scrive libri, e poi ha scritto un libro piagnucoloso, a quanti nel pianeta è morta la madre?». E vista la situazione che coinvolge anche gli editori lo scrittore, da sempre cultore di scelte in linea con Walden ovvero Vita nei boschi di Henry David Thoreau ha minacciato di ritirarsi: «Fra 8 mesi... sparisco. Non mi suicido perché darei un cattivo esempio. Ma è un sistema in cui non puoi dire quello che pensi altrimenti ti fanno fuori. Non posso fare dei nomi, tutti gli editori sono delle associazioni a delinquere...». Idem per i premi letterari: «Sono tutti concordati. Io sapevo un mese prima chi vinceva lo Strega e il Bancarella».
Corona in pratica ha salvato solo Daria Bignardi (e non è un caso, l'ha invitato 5 volte): «È stata l'unica a farmi vendere i libri, avrò sempre rispetto e stima per lei... Augias? Ho fatto con lui anche le gare in bicicletta... Ma ha un orario che non vale un cazzo, se vai in tv devi approfittare degli orari giusti. Alain Elkann? Uno che sposa la figlia di Agnelli cosa presenta? Presenta se stesso non i libri». Ma non solo Italia.
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