Ettore Majorana, tra genio e mistero

A ottant' anni dalla scomparsa ripercorriamo la storia di uno dei più promettenti fisici teorici italiani

Ettore Majorana, tra genio e mistero

E’ una storia di matematica vissuta come unico vero amore, con il fastidio che poi tutti se ne servono : fisici, ingegneri e persino militari. E’ una storia in bianco e nero, il bianco del genio e il nero di una stagione di orgoglio italico e fascista, dove le sfumature di grigio assumono le forme della scomparsa e della presunta morte. E’ la storia di uno dei più promettenti fisici teorici in un'epoca già ricca di ingegni. E’ la storia di Ettore Majorana.

La sua è una delle tante storie maledette che accompagnano persone dotate di intelligenza pura, amara e profonda, siano essi scienziati, attori o musicisti. Esistenze consumate dal processo creativo, come riflesso di inquietudine quotidiana e di tormento interiore.

La nostra narrazione comincia quando Ettore, ventenne, si unisce ai ragazzi di via Panisperna, luogo dove sorgeva a Roma il prestigioso Regio Istituto di Fisica. Come un Michelangelo scultore cui i Papi si ostinavano a far dipingere pareti, così Ettore cercava la matematica ma il suo professore, collega e amico Enrico Fermi (detto appunto il Papa) lo coinvolgeva in problemi di Fisica atomica, all'epoca materia ancora incerta e quasi sconosciuta.

In questo contesto, Ettore intuì la composizione del nucleo atomico, composto da protoni e da particelle neutre (definite poi neutroni da William Draper Harkins ), e non da protoni e elettroni come allora si pensava. Durante gli esperimenti sulla radioattività, amava definire l'Uranio come una cosa viva, che si divertiva a nascondere la sua natura, e quindi a fornire dati per molti incomprensibili.

Fedele alle sue inquietudini, Ettore Majorana uscì dal gruppo dei ragazzi di via Panisperna relativamente presto andando in Germania per incontrare Heisenberg e confrontarsi con il suo principio di indeterminazione . La morte del padre (1934), avvenuta poco dopo il suo ritorno, lo fece entrare in una fase di isolamento quasi totale, dove neanche il successo accademico (era appena stato nominato per alta fama professore ordinario di Fisica teorica all'Università di Napoli) gli fornì la pace interiore e quindi l’ unica medicina per alleviare il senso di solitudine e abbandono che aveva nel cuore. Di qui la presunta morte-suicidio a seguito del misterioso viaggio in battello lungo la tratta Napoli Palermo nel 1938. Aveva trantadue anni e proprio in quel periodo la fisica atomica cominciava a imporsi nelle ricerca accademica, industriale e militare, portando pian piano alla luce i demoni nascosti nella materia.

Da allora la sua leggenda prese le forme di una Rockstar a metà strada tra Elvis e Jim Morrison, alimentandosi con testimonianze di avvistamenti in Germania, Sud America, in monasteri o più semplicemente in Sicilia, la sua regione natale.

In tanto mistero è

comunque innegabile che Ettore Majorana ha voluto lasciarci, scomparire, senza dare la certezza della sua morte. In fondo è stato un genio anche in questo, perché ci ha portato tutti a pensarlo ancora vivo e vicino a noi.

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