Fu filosofa, scrittrice e giornalista, tra le più influenti del Novecento: Hannah Arendt rappresenta ancora oggi uno degli intellettuali più importanti per il dibattito culturale contemporaneo.
Nata ad Hannover esattamente 108 anni fa - ricorrenza puntualmente celebrata da un apposito doodle di Google - , la Harendt visse in Germania 1937, quando le persecuzioni naziste la costrinsero ad emigrare prima in Francia e poi negli Stati Uniti a causa delle sue origini ebraiche.
Negli Usa la Harendt visse poi sino alla morte, nel 1975. Studiosa eclettica e scrittrice prolifica, la Harendt sviluppò un pensiero originale imperniato intorno ai temi della filosofia politica: di particolare importanza il concetto di pluralismo, funzionale a favorire la libertà politica e l'uguaglianza tra cittadini. Influenzata da importanti pensatori continentali come Karl Jaspers e Walter Benjamin, lavorò sulla filosofia di Socrate, Platone, Kant ed Heidegger.
Divenne particolarmente famosa presso il grande pubblico occidentale per gli articoli con cui seguì il processo Eichmann per il New Yorker come corrispondente da Gerusalemme: da quell'esperienza nacque poi, nel 1963, il celebre libro
La banalità del male, con cui descrisse la devastante "normalità" del boia nazista processato in Israele per il suo ruolo da protagonista nell'attuazione della Soluzione finale della questione ebraica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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