Impossibile superare la leggenda degli anni '60

Impossibile superare la leggenda degli anni '60

Alternativo impenitente nonostante i suoi 59 anni, Matteo Guarnaccia è figura chiave dell'underground italiano. Cultore della materia psichedelica, critico, animatore e, soprattutto, gran disegnatore, passa dal saggio alla progettazione di abiti e showroom. Il suo immaginario prende avvio dagli anni '60 che legge in chiave mitica, ma aggiungendovi una certa causticità, come a dire che stili e comportamenti avevano un che di ingenuo soprattutto quando insistevano nel non uscire da troppa ideologia. In ogni caso, il vero inizio della contemporaneità avviene allora: le ultime avanguardie, l'emancipazione dei costumi, la miscela inesausta di alto e basso e una grande libertà d'espressione. Guarnaccia dà vita a un'operazione molto intelligente, inscenata alla Triennale di Milano fino al 27 ottobre: Dreamers and Dissenters, ovvero una miriade di «casi umani» nati appunto nei '60, ricostruita con passione filologica attraverso le sue tavole in bianco e nero, commentate dalla ricercatrice di moda Giulia Pivetta.
Molto prende avvio dalla cosiddetta Beatlemania. Le ragazze indossavano il Beatle Dress, prodotto da una ditta olandese, che riprendeva i disegni optical di Vasarely. Invece i colleghi uomini replicavano il look dei 4 scarafaggi con stivaletti a punta, cappelli di lana nera da marinaio e pantaloni dritti senza tasche. Quanto ai frequentatori abituali di manifestazioni e cortei, Guarnaccia sottolinea l'aspetto fighetto e sostanzialmente borghese dei militanti: kilt a pieghe, scarpine ye ye, maglioncini fatti dalla nonna, impermeabili sgualciti e francesine stringate nere. Oggi un abbigliamento del genere finirebbe nella categoria modaiola del vintage, allora suonava come una divisa, un segno di riconoscimento per cui l'estetico diventava politico. La gioventù più hype del tempo si nutriva di Motown Sound, molto sofisticata nell'unire la matrice nera all'eleganza bianca.

È un profluvio di baffetti curati, gemelli preziosi, brillantina a strati, acconciature cotonate a effetto monumentale, strass e perline: una tendenza che di recente Amy Winehouse e Nina Zilli hanno riportato in voga.
Grazie alle tavole di Guarnaccia si sorride su questa infanzia dello stile e si rimpiange, almeno un po', il tempo in cui la moda diventava linguaggio spontaneo, creativo e non indotto.

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