Poveri visitatori Il museo toglie le didascalie a tutte le opere

V era rivoluzione o solita provocazione? L'ultima innovazione viene dalla Tate Britain, storica parente della avanguardistica Tate Modern. Quest'ultima espone il contemporaneo più spinto; la prima arriva al massimo alla metà del Novecento. Forse per non rimanere schiacciata dal peso mediatico della Tate Modern, Penelope Curtis, direttrice della Tate Britain, ora dice basta ai tradizionali cartelli esplicativi accanto ai quadri. Più che di capire, il pubblico dovrà sforzarsi di immergersi nelle opere, lasciarsi guidare dal proprio istinto e goderne più liberamente senza eccessive impalcature concettuali.
È il segno del definitivo abbandono della prospettiva storicistica, regola aurea delle pinacoteche di mezzo mondo, oggi un po' in ribasso. Colpa dello scoramento che talvolta si prova nella lettura di didascalie dai toni accademici, per lo più incomprensibili, redatte con l'unico risultato di allontanare i visitatori dalle opere.
Tuttavia qualche dubbio sull'efficacia della soluzione radicale adottata alla Tate Britain rimane: è ininfluente collocare il neoclassicismo rispetto all'impressionismo, distinguere un Monet da un Renoir, sapere se è venuto prima Turner o Van Gogh, capire le differenze tra la scuola francese e quella inglese? Non ci pare proprio. Ci immaginiamo frotte di studenti sempre più ignoranti, e sempre meno motivati al sapere, ammaliati dalla bellezza di capolavori che non sapranno collocare nella storia, abbandonarsi a commenti improntati al gusto personale o peggio ancora ispirati dall'emozione. Le didascalie (ben fatte) sono utili, e forse l'idea di abbandonarsi all'arte pura liberi da pregiudizi nasconde un filo di snobismo da «iniziati» unito a una malintesa «democratizzazione» dell'arte. Un esperimento simile è stato tentato al MART di Rovereto con la mostra La magnifica ossessione: risultato affascinante per la gran quantità di opere esposte, di difficilissima comprensione per i comuni mortali.

A Walk Throurgh British Art, un viaggio nella collezione permanente della Tate, è il primo passo di questo nuovo corso, annunciato per i prossimi mesi. Vedremo dovre condurrà. Verso l'ignoranza o verso una fruzione priva di intellettualismi?

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