Basta staccare i due elementi di questo avverbio così comune – ad e agio – per gettare sulla parola una nuova luce, meno convenzionale. Significa, come si sa, fare qualcosa lentamente, senza fretta, con riguardo: con una cura nella quale la lentezza è associata alla prudenza. Ad, che indica il moto verso qualcosa, è unito ad agio: comodità, facilità, opportunità; anche, più ampiamente, condizione della vita, il benessere materiale e il piacere che se ne ricava. Controversa la derivazione di agio: alcuni autori la fanno risalire al latino otium, altri all'antico francone aise, altri ancora al latino adiacens= che giace appresso, che è comodo; solo il Cardinali Borrelli ricorda che l'arabo hagiat indica le cose necessarie e desiderate.
Adagio è anche un sostantivo.
Viene fatto derivare dal latino aio=dire, e indica un motto, una sentenza, un proverbio; in questo senso è considerato una parola dotta. In musica denomina un movimento lento. Agio era detto anche il bisogno corporale e “il luogo di comodo, di decenza”, dove questo veniva esercitato.
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