La Curva in strada chiede al ministro di fare retromarcia

Venti minuti di protesta contro il decreto Pisanu

La Curva in strada chiede al ministro di fare retromarcia

(...) dalla Gradinata per protestare contro il decreto Pisanu. I venti minuti di silenzio, la partita virtuale di Fedelissimi e Ultras è qualcosa che passerà alla storia. Seimila persone per cinquecento metri di lunghezza e quattro di larghezza di una strada bunker. Ma questo, forse, il ministro Pisanu non lo sa. Non sa che non è successo nulla, che è stata una protesta pacifica, che chi voleva poteva entrare e che nessuno si opponeva. Non sa nemmeno che la maggior parte ha preferito stare fuori. Non sa che, biglietto nella mano destra e documento nella sinistra, i capi della tifoseria al ventesimo hanno chiesto di mostrare già la carta d´identità alle maschere. Perché forse aveva ragione Novellino che venerdì aveva lanciato un appello: «Vi prego, entrate al quarto d´ora».
Così i capi tifosi hanno chiesto di andare avanti con ordine e di aspettare nei bassi del Ferraris. Forse il ministro Pisanu non sa nemmeno che il gol virtuale della Sampdoria è stato il più bello della stagione. Sprazzi di voci dalle radiocronache, messaggini via cellulare. «Li stiamo massacrando», racconta un tifoso. «Sei sicuro?», chiedo io. Va bene lo stesso, intanto si continuava a cantare, a pensare a quella strana partita che si stava giocando al di là delle sbarre nere e dietro ai tornelli dello scandalo.
Per una volta la Gradinata Sud ha vissuto della voce riflessa del resto dello stadio. «Palombo, tiro, fuori», è uno sprazzo che esce dalla bassa frequenza. La radiolina viene immediatamente spenta, perché qui fuori «Si canta, e basta». E allora non resta che affidarsi ai Distinti: un sussulto, qualche paura. Perché in realtà, si capisce poco. «Non ne possiamo più delle divise blu», cantano i supporter blucerchiati che hanno voluto far sentire il proprio silenzio alla squadra e il proprio disappunto per le nuove norme e i biglietti nominali. Chissà cosa stava succedendo dentro. Partita strana, questa contro l´Inter. Lo si è capito subito, quando la cassetta storica dei New Trolls, prima che iniziasse il primo tempo, cantava fuori la Gradinata Sud. «E dai Roberto facci un altro gol», recitavano i versi della vecchia canzone dedicata ad un certo Roberto Mancini. Chi? Fanno finta di abbozzare i ragazzi. Sembrava uno scherzo del destino. Come quando un tifoso intorno al tredicesimo ha sparso la voce: «Ha mica pareggiato Martins? Me lo ha scritto un amico con un sms». Solo dopo ha scoperto che tanto amico in realtà non era.
Perché il pareggio di Cambiasso è arrivato, ma solo quando la Sud era schierata al gran completo. Già, perché alla fine, complice anche un risultato storico (la squadra era ancora sul momentaneo 1-0) quello stadio vuoto gridava vendetta. E allora qualcuno ha pensato che forse Novellino aveva ragione, che non si poteva continuare a stare fuori, con il patema e l´ansia di capire solo a tratti quello che stava succedendo. È il ventunesimo quando entrano gli ultimi, quelli che ad un certo punto dicono: «In fondo, qua fuori non si sta così male». E così quel «Fuori per 45´ per non restare fuori per sempre», è stato arrotolato. «Scrivilo che Gasbarroni è il giocatore più forte che abbiamo», mi ha detto un tifoso al decimo del primo tempo. E io lo scrivo perché me lo ha detto uno che la partita non l’ha vista, ma che aveva ragione.

Forse l’ha vista il ministro Pisanu (una grande gara, per la cronaca, terminata 2-2), forse ha pensato che si potrebbe portare il documento e magari abbattere le barriere. Perché questo è calcio, e chi lo ha detto che è stato virtuale?

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