Curve chiuse per due mesi: Napoli si ribella

Il giudice colpisce il "tifo delinquenziale". E domenica potrebbero fermare anche i tifosi viola. de Laurentiis: "Adesso basta. Dopo questa decisione potrei mollare tutto e chiudere"

Curve chiuse per due mesi: Napoli si ribella

Curve chiuse allo stadio San Paolo da domenica - giorno in cui è in programma Napoli-Fiorentina - e fino al 31 ottobre: quattro gare in totale, tra cui quella con la Juventus, vietate ai settori dove «si collocano i protagonisti di intollerabili azioni delinquenziali che nulla hanno a che vedere né con la passione sportiva né con la civile convivenza».

Una stangata per i sostenitori del «Ciuccio» e per la stessa società, difesa nei giorni scorsi sia dal premier Berlusconi che dal presidente Figc Abete, contrari alle chiusure degli stadi. Il giudice sportivo Tosel ha usato la mano pesante, punendo i tifosi azzurri - ai quali erano già state vietate le trasferte per tutta la stagione - per gli incidenti avvenuti all’Olimpico di Roma nella prima di campionato. Il Napoli, che dovrà anche sborsare 10.000 euro di multa, paga dunque la norma - spesso contestata dai club calcistici - della «responsabilità oggettiva», ma soprattutto per la «particolare gravità dei fatti addebitati» (agenti, steward e tifosi della Roma lievemente feriti o contusi dal lancio di petardi ndr) e la «specifica recidività». Non sono state considerate, ma non era compito della giustizia sportiva, le devastazioni avvenute sui treni e sui bus romani.

Lo stop ha fatto arrabbiare e non poco la piazza napoletana. I tifosi «virtuosi» si interrogano sulla drastica decisione che, questa l’opinione diffusa, penalizza in maniera indiscriminata tutta una fascia di supporter senza distinguere le responsabilità dei gruppetti dei facinorosi («ormai annidati nel mondo del tifo organizzato», come ha sottolineato lo stesso giudice Tosel nella sua sentenza). Mentre c’è già lo stato di allerta alla questura di Napoli su come organizzare l’ordine pubblico con il mancato accesso di consistenti gruppi di tifosi (tra cui le frange più oltranziste del tifo azzurro) e in generale di circa 15mila abbonati (tanti sono quelli delle curve A e B) che ritengono il provvedimento lesivo di un loro diritto.

Il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis aveva reagito con amarezza: «Ora basta, a questo punto, potrei mollare tutto e andarmene». Dando seguito allo sfogo di una settimana fa, dopo gli incidenti sul treno e quelli all’Olimpico. Poi a freddo è arrivata la strategia di contrattacco, con il mandato all’avvocato Grassani di presentare un reclamo d’urgenza alla decisione di Tosel.
Ma il coro di protesta unisce rappresentanti istituzionali e tifosi illustri, come il cantante Nino D’Angelo che parla di «decisione razzista». L’avvocato Carlo Cincotti annuncia il ricorso al Tar di uno degli abbonati della Curva B, l’associazione dei consumatori Aidacon ha messo a disposizione i suoi legali a tutela dei tifosi danneggiati, tanti i comitati di supporter mobilitati, mentre spunta addirittura un’iniziativa dei Neoborbonici per chiedere il risarcimento dei danni materiali e morali.

Intanto stamattina si riuniscono l’Osservatorio e il Casms (il Comitato di analisi sulla sicurezza delle manifestazioni sportive voluto dal ministro dell’Interno Maroni e dal capo della polizia Manganelli): potrebbe essere decisa anche la chiusura della curva ospiti, riservata ai tifosi della Fiorentina. Moltissimi dei supporter viola temono la trasferta e già si erano detti pronti a rinunciare.

Ma oggi si parlerà anche di Fiorentina-Bologna del 21 settembre, partita a rischio per vecchie ruggini tra alcune frange delle due tifoserie. Il segretario dell’associazione nazionale funzionari di polizia, Letizia, propone l’adesione obbligatoria delle società al programma della tessera del tifoso almeno per le trasferte.

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