Le Curve pericolose delle donne viste da 100 occhi

Fotografie, pubblicità, sculture Cinquanta artisti interpretano l’erotismo al femminile diviso in quattro sezioni

Le Curve pericolose delle donne viste da 100 occhi

Curve pericolose, come i seni di una donna e la linea dei suoi fianchi, come il profilo del viso, naso all’insù e labbra rosse. Curve pericolose, di malizia e castità, provocazione e innocenza, ai limiti dell’arroganza, lontano dalla volgarità. «Il corpo femminile, la sua nudità, mi piacciono quando appaiono semplici, normali, senza eccessi». Sono parole della modella Alena Seredova davanti alla propria immagine fermata in una grande fotografia da Giovanni Gastel, che la ritrae scolpendone il corpo sinuoso di ombra e di luce, inaugurando «Curve pericolose», mostra curata da Maurizio Sciaccaluga (fino al prossimo 7 giugno presso la Casa del Pane - Casello Ovest di Porta Venezia). Cinquanta artisti offrono la loro interpretazione della donna e della sua «pericolosa», irresistibile bellezza, affascinati ognuno da un sapore femminile differente, viatico proibito al sogno o all’ossessione, alla quotidianità o alla trasgressione. «Della donna e delle sue curve pericolose - dice il fotografo Giovanni Gastel, mostrando i suoi dieci lavori esposti - ho voluto dare un’interpretazione di leggerezza ed eleganza. Trovo l’eleganza molto erotica, sicuramente più di tante immagini femminili troppo esplicite». Le opere dei numerosi artisti presenti alla mostra, scatti fotografici, cartelloni pubblicitari, dipinti ad olio, sculture, suddivise in quattro diverse sezioni secondo un selezionato immaginario erotico, raccontano di Bad girls, ragazze dominatrici o dominate, protagoniste dei complessi giochi sessuali della mente, ma anche di Girls next door, la donna che non ti aspetti, madre, moglie o sorella, che si trasforma in immagine provocante, inaspettata, di seduzione. Raccontano di Icons, i miti erotici, letterari o televisivi, di ogni tempo, e di Dreams (…and nightmares), la femmina da sogno, conosciuta solo nell’immaginazione, irraggiungibile e per questo potenziale incubo per desideri inespressi. «Non sempre mi piaccio in fotografia - continua Alena Seredova, parlando del rapporto difficile che ha con il proprio corpo svestito -, non mi ritengo fotogenica. Solo grazie alla relazione di fiducia e di stima completa che si instaura con il fotografo, e con Gastel si è creata in maniera perfetta, mi accetto e sono disposta anche a posare nuda, anzi quasi nuda…».

«Alena è un monumento alla bellezza femminile - continua Giovanni Gastel, mentre la modella lo osserva - ma quello che amo soprattutto di lei è quel suo sguardo sempre malinconico che vela di raffinatezza un corpo da star».
Casa del Pane - Casello Ovest di Porta Venezia (Piazza Oberdan,
Dal 30 maggio al 7 giugno
ingresso gratuito, ore 10- 19

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