D’Alema si raccomanda a Karzai «Ma con i talebani non si tratta»

da Roma

«Non verrà risparmiato alcuno sforzo» garantisce il capo del governo, Romano Prodi, mentre le agenzie battono la notizia del secondo messaggio del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, più drammatico del primo. E intanto il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, ribadisce che «non si sta facendo alcuna trattativa con i talebani ma che si stanno perseguendo canali umanitari». Ed entrambi si intrattengono a telefono con il presidente afghano Hamid Karzai, in partenza per la Francia (che in Kazakhistan ha ritirato 220 uomini e ne mantiene 1.100), per mettere a punto le iniziative che puntano alla liberazione del giornalista italiano. Anche il presidente della Camera bassa del Parlamento afghano, Younus Qanooni, in visita in Italia, spiega nel corso di una conferenza stampa che è stata inviata una delegazione del governo nella provincia di Helmad, luogo del rapimento, per raccogliere quante più informazioni possibili. Questo come segno tangibile degli sforzi che Kabul sta facendo per il rilascio del giornalista.
Intanto al Senato si è chiusa la discussione in commissione del decreto di finanziamento che dopo il voto di martedi prossimo andrà in aula. La Camera invece dà il via libera a una indagine conoscitiva su tutte le missioni italiane umanitarie e internazionali, visto che di recente il Parlamento ha deciso che le missioni vengano prorogate a un anno e non più a sei mesi.
Il dibattito politico mette in evidenza varie questioni: la prima è quella sulla capacità di ottenere la maggioranza da parte del Governo. E di questo dubita Paolo Bonaiuti. «C’è una parte della maggioranza, quella più responsabile e occidentale, che deve sempre cercare di calmare e rabbonire la sinistra» spiega il portavoce di Berlusconi. «È chiaro - aggiunge - che la coalizione ha un problema enorme e non essendoci una maggioranza in politica estera, il centrosinistra dovrà riconoscere le conseguenze». Si pone un interrogativo Alfredo Mantica, vicepresidente di An della commissione Esteri: «Perchéè il governo ha mutato la sua strategia parlamentare e oggi è disponibile ad accettare i voti della Cdl rifiutati sino a ieri?».
Mentre il senatore Cossiga, nel ribadire la richiesta di una conferenza internazionale a cui partecipino anche i talebani e i loro alleati, inserisce un nuovo elemento di critica al governo: «Dopo il ridimensionamento del loro mandato a opera del governo di centrosinistra, i militari in Afghanistan non hanno diritto a opporsi con le armi all’eventuale ingresso dei talebani o di Al Qaida nelle zone a esse affidate». Risposta a giro di agenzia del ministro della Difesa, Arturo Parisi: «I nostri soldati sono in una missione che è per la pace. Tuttavia sono coinvolti in una missione militare.

Per cui se costretti dalla necessità a difendersi, sono chiamati a usare la forza legittima, tutta e solo quella necessaria».
Si moltiplicano intanto le richieste di liberazione per Mastrogiacomo. L’ultima arriva da Hamid Mir, il giornalista pachistano che intervistò Bin Laden dopo l’11 settembre.

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