Daniel Spoerri. Arte da coltivare, mangiare e inventare

Daniel Spoerri se n'è andato il 6 novembre a 94 anni

Daniel Spoerri. Arte da coltivare, mangiare e inventare
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Ballerino, campione di mimo, maestro nel rigenerare oggetti, inventore dei tableaux pièges (i cosiddetti «quadri trappola»), firmatario del manifesto dei Nouveaux Réalistes, appassionato di arte commestibile, gestore di un ristorante in Germania e giardiniere in Toscana, Daniel Spoerri se n'è andato il 6 novembre a 94 anni. Nasce Daniel Feinstein a Galati, in Romania, il 27 marzo 1930 da una famiglia di origine ebree: il padre è arrestato e ucciso dai nazisti e Daniel, ragazzino, fugge con la madre (dalla quale prende il cognome) in Svizzera, che diventerà il suo Paese d'adozione. A Zurigo studia danza e diventa primo ballerino dell'Opera di Berna, poi va a Parigi alla corte di Ducrot ad apprendere l'arte del mimo. Inquieto e curioso, esplora nuove forme espressive: nel '59 comincia ad assemblare oggetti vari, a incollarli sulla tela e a capovolgere il tutto, sfidando la gravità.

Arturo Schwarz lo vede e lo porta a Milano, a esporre in galleria: i tableaux pièges, piacciono e Spoerri entra nel circolo dei Nouveaux Réalistes. Nel '70, sempre a Milano, è lui a creare da Biffi la torta che celebra la fine del movimento. Inizia così l'avventura nell'Eat Art, ovvero l'arte commestibile, che declina in portate d'autore nel suo Restaurant Spoerri a Düsseldorf, in Germania. Considerato l'erede più originale di Marcel Duchamp per la versatilità con cui maneggia gli oggetti, Spoerri è maniacale nelle ricerche (enciclopedico il suo studio sulla polpetta nelle varie cucine nel mondo) e votato a un cambiamento febbrile che, forse per contrasto, lo spinge a fissare su tela oggetti di vita ordinaria, quasi a salvarli dal fluire del presente.

Dagli anni Novanta, dopo che anche il Pompidou lo consacra con un'ampia retrospettiva, è spesso in Italia.

In Toscana si dedica al Giardino di Daniel Spoerri che considera il suo progetto più importante. Alle pendici del Monte Amiata, punteggiato da un centinaio di sculture sue e di una cinquantina di artisti amici, è un poetico omaggio al ready made e da oggi prezioso lascito dell'indomita creatività di Spoerri.

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