Desio, una piazza per ricordare Don Gius

In tremila all’inaugurazione per ricordare il fondatore di Comunione e liberazione. Il suo successore Carrón: «La sua grandezza era la semplicità d’animo». Cossiga: «Fu per lui che non lasciai la politica»

Franco Sala

Il popolo dei ciellini, la gente comune, parecchie personalità: alla fine, in tremila per partecipare all’inaugurazione della prima piazza intitolata a Don Luigi Giussani. Ti guardi attorno vedi tanti giovani, le nuove leve di Comunione e Liberazione, sono attenti, del resto a Desio non s’inaugura solo una bella piazza si ricorda la guida spirituale, il grande uomo di chiesa, lo straordinario educatore, che ha speso la vita per testimoniare la fede. Sono tutti impazienti di ascoltare le parole di Julián Carrón, il successore di Don Gius. Il sacerdote spagnolo scandisce le parole che s’infilano nella mente, arrivano al cuore: «La grandezza di Don Giussani, non era nella straordinaria statura d’intellettuale e nell’incrollabile forza di volontà ma nella sua semplicità d’animo. Era un vero povero di spirito e questo gli ha permesso di commuoversi di fronte all’amore di Cristo e di credere a lui». Carròn, ricorda don Giussani e parla di Desio il paese dove nacque il 15 ottobre 1922. «Ci sono persone che segnano in maniera indelebile - dice don Carròn – la vita di una città e voi avete fatto molto bene a tributargli questo giusto omaggio». Applausi. Poi tocca al ministro Rocco Buttiglione: «Anch’io sono stato educato da don Giussani, un grande seduttore, pervaso da un fascino straordinario che trasmetteva grande amore. Era un leader naturale e affermava spesso che il segreto della vita che portava dentro era Gesù. Aveva cura della gente si preoccupava degli altri. Un uomo con il cuore grande come il mondo. Credo che oggi sarà contento di questa commemorazione che la sua Desio gli ha dedicato».
La banda cittadina intona l’Inno Nazionale in onore dell’ex capo dello Stato Francesco Cossiga che, arriva con il Governatore della Lombardia Roberto Formigoni e il presidente della Provincia Filippo Penati. Eppure, nei pensieri della gente oggi c’è solo don Giussani. «C’interpellava nel profondo – racconta Roberto Formigoni -. Mi hanno sempre colpito la sua straordinaria capacità di educare, quella di coinvolgerci. La serietà che aveva con se stesso e con ognuno di noi. Don Giussani, ha agito nel secolo scorso, quando sembrava predominare il pensiero della scomparsa di Dio, oggi possiamo affermare che figure come Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta e Don Giussani, ci hanno confermato – sono parole del Governatore – che Dio ha realmente a che fare con tutti noi. Don Giussani ci ha fatto appassionare alla libertà ed alla ragione». Ecco al microfono Francesco Cossiga, esordisce con una battuta: «Don Giussani mi convinse a continuare a far politica e per questo forse non lo faranno Santo». Per il sindaco Giampiero Mariani «anche se gli studi e la professione lo hanno portato lontano le radici di Don Giussani e la sua famiglia sono tra noi.

La sua casa natale è a poche decine di metri e proprio su quest’area sorgeva la filatura Gavazzi nella quale lavorava sua madre. Fu proprio la madre che lo accompagnò nel suo primissimo incontro con la fede». La cerimonia è finita e Desio s’inorgoglisce: qua nel 1857 vide la luce Papa Pio XI, e nel 1922 don Luigi Giussani. Due grandi.

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