Il diesel mette il turbo in pista e batte la benzina

Vittoria storica di un’auto alimentata a gasolio alla 12 ore di Sebring

Valerio Boni

Non sono trascorsi molti anni da quando gli automobilisti più snob giustificavano la scelta di preferire le auto a benzina per non essere obbligati a effettuare il rifornimento in compagnia dei Tir. Solo dieci anni fa il gasolio costava almeno il 22% meno della benzina (in media l'equivalente di 0,695 eurocent contro 0,887), ma i motori erano più rumorosi, fumavano di più ed erano soprattutto più lenti. E su 100 auto immatricolate in Italia, 89 avevano un motore a benzina. Oggi molte cose sono cambiate, l'ultima conferma si ha scorrendo la classifica della 12 Ore di Sebring corsa domenica: l'auto davanti a tutte è infatti per la prima volta nella storia alimentata a gasolio. Ma quello dell'Audi R10 è solo il primo passo di un programma il cui obiettivo è vincere una gara storica, che darà ancora più risalto all'evento: la 24 Ore di Le Mans. Un risultato che, secondo i piani, dovrebbe essere ottenuto battendo i record sul giro.
In ballo non c’è solo il prestigio, la possibilità di effettuare la comunicazione sul risultato storico, c'è il futuro dell'auto. Ogni costruttore, infatti, sta lavorando a un suo programma specifico per cercare le alternative al petrolio. La sfida sul diesel va in questa direzione, anche se all'apparenza può apparire un controsenso, visto che anche il gasolio è un derivato dell'oro nero. È tuttavia anche il combustibile che più si presta a dribblare l'ostacolo, visto che è già stato dimostrato che può essere prodotto per sintesi, facendolo derivare dal gas naturale. Comunque, anche allo stato attuale, qualche vantaggio rispetto alla benzina c'è, e si trova nei consumi più contenuti, a parità di prestazioni. Quello che Audi vuole dimostrare è proprio questo, che i turbodiesel dell'ultima generazione non hanno nulla da invidiare in termini di prestazioni ai motori a benzina, riuscendo nonostante tutto a consentire un risparmio sulle spese di gestione. Un fattore che gli italiani hanno capito già nel 2003, quando le vendite di auto a gasolio hanno subito un'impennata, fino allo storico sorpasso nel mix di immatricolazioni avvenuto nel 2004.
Oggi le vendite di diesel sono in lieve contrazione, complici la forbice sempre più stretta tra i prezzi alla pompa, i prezzi di listino a favore dei modelli a benzina e non ultime le restrizioni alla circolazione. Quest'ultimo elemento sta incidendo sulle scelte di chi deve cambiare l'auto, visto che per avere accesso alle città anche in caso di blocco per superamento delle soglie di emissioni nocive l'omologazione Euro 4 basta solo per i motori alimentati a benzina. Per i diesel, invece, è necessario avere oltre all'Euro 4 anche il filtro antiparticolato, la trappola che ha il compito di trattenere le polveri fini che rappresentano i residui della combustione del gasolio. Che sui motori più recenti, i common rail, sono diventate praticamente finissime e invisibili, ma proprio per questo più dannose per il fisico.
Mentre si studiano le soluzioni più innovative, si stanno intanto conquistando uno spazio sempre maggiore due carburanti alternativi che vengono da lontano: Gpl e metano.

Il gas, naturale o derivato dal petrolio, è in un momento positivo, perché con poche modifiche sui motori già noti permette di ottenere un basso livello di inquinamento, con scarsi cali nelle prestazioni. Ma con tangibili benefici per il portafogli: a parità di percorrenze si spende quasi la metà.

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