Dietro i piatti di Natale e Capodanno

I simboli nascosti nei banchetti conviviali evocano ricchezza e invitano ad andare avanti

Oro e rosso per piatti e decorazioni, che devono rievocare il colore del sole. Solari anche le vivande, pani dolci, arricchiti con uova, miele e frutta, tutti simboli di calore, abbondanza e rigenerazione, mentre il pane è sinonimo di fratellanza e di un amore destinato a crescere perché, come il lievito fa aumentare la pasta, l'amore affratella gli uomini e fa crescere la comunità. In pratica tutti i banchetti conviviali di rigore tra la vigilia e capodanno sono retaggi del cosiddetto «pasto sacro», l'arcaico rituale con il quale gli antichi popoli cacciatori e agricoltori, si garantivano l'abbondanza e la continuità dei cibo. Dietro ogni cibo rituale, ci sono i simboli, alcuni dedotti per collegamento analogico, come si fa in psicoterapia e nell'interpretazione dei sogni, sono gli archetipi studiati da Jung. Poi ci sono i miti, in particolare quelli delle nostre latitudini, mediorientali, greci, latini, celtici: sono le nostre radici culturali, le spiegazioni favolistiche di verità filosofiche e scientifiche, ci possono svelare un mondo, basta volerli decifrare.

Sempre identico il pensiero di base, vedere, toccare, meglio ancora mangiare qualcosa, renderlo parte di sé, significa assimilarne anche le qualità simboliche e le essenze beneaugurali. Se è vero che siamo ciò che mangiamo, mangiare le stesse vivande rende simili, in famiglia unisce, in compagnia promuove la confidenza e alimenta la complicità.

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