Il pagellone olimpico degli azzurri: grazia, orgoglio e qualche flop

Ora che le Olimpiadi sono finite, proviamo a fare il punto su questi 16 giorni di emozioni a cinque cerchi. Come si sono comportate le stelle azzurre a Parigi? Scopritelo nel nostro pagellone

Il pagellone olimpico degli azzurri: grazia, orgoglio e qualche flop

Il festival dello sport e dei rimpianti, delle polemiche e delle esagerazioni è finalmente arrivato alla fine e la spedizione azzurra se ne torna a casa con un bottino di medaglie niente male. Dopo 16 giorni di emozioni, proteste e qualche travaso di bile di troppo, proviamo a fare il bilancio di questa Olimpiade parigina. Lo facciamo, come al solito, con il nostro bel pagellone, in edizione a cinque cerchi ma sempre senza peli sulla lingua.

Nadia, la montanara volante (9)

Come si fa a passare nel giro di un giorno scarso dalla beffa atroce di un bronzo che si è sentito sul collo solo per un paio di ore ad un secondo posto in una gara fatta quasi per caso? Chiedete a Nadia Battocletti che io ancora non me lo spiego. L’atleta trentina perde contatto all’ultimo giro dalle africane nei 5.000 e non ripete due volte l’errore.

Battocletti 10000 lacrime Parigi 2024

Quel suo “ora non mi scappate” parla della calma determinazione della gente di montagna, di chi sa che tutto nella vita costa tanta fatica. Il suo argento nella gara più lunga e massacrante è impresa epica: il fatto che riesca a mantenere i piedi per terra e pensare agli altri rende Nadia l’immagine che preferiamo di queste Olimpiadi fin troppo sopra le righe.

Il trionfo degli sport “minori” (8)

Ognuna delle tante imprese che ci hanno fatto scoppiare il cuore di gioia meriterebbe un commento a parte ma, visto che lo spazio è tiranno, tocca dare un bel voto a quegli sport che si guadagnano le prime pagine solo quando c’è in palio una medaglia. Non tutti i trionfi sono uguali: De Gennaro è arrivato all’oro dopo una stagione da protagonista, come i dominatori del catamarano Tita/Banti o la bravissima Maggetti nello spettacolare foil.

Ruggero Tita e Caterina Banti

Le medaglie del canottaggio ridanno un po’ di gloria ad uno sport in crisi e fanno il paio con l’argento di Casadei/Tacchini nella canoa sprint. Purtroppo, invece, il trionfo di Alice Bellandi non può far dimenticare i tanti quarti posti, le decisioni arbitrali e tutto il resto. Vedi sopra con la medaglia di Alessio, che è una magra consolazione per una spedizione piuttosto opaca.

La grazia d’acciaio delle ginnaste (8)

Magari per comprendere meglio l’enormità dell’impresa realizzata dalle libellule azzurre bisogna mettere il tutto in prospettiva. Anche solo dieci anni fa la stessa idea di una ginnasta azzurra medaglia d’oro ad un attrezzo dell’artistica avrebbe fatto piegare in due dalle risate. Riempire due gradini dello stesso podio, poi, sembrava assolutamente impossibile, specialmente nella trave, una disciplina che non perdona.

alice d'amato

Alice D’Amato e Manila Esposito, 21 e 17 anni, erano poi reduci dall’argento di squadra dietro alle strapotenti americane: non gli è bastato, con la genovese che può pure recriminare qualcosa al corpo libero. Il problema è che queste imprese fanno passare quasi inosservate le medaglie delle Farfalle, che sembrano quasi una mezza delusione. Succede solo nei grandi paesi: bene, benissimo così.

Le due ruote che non ti aspetti (8)

La spedizione olimpica del ciclismo ha vissuto di certezze, delusioni e qualche sorpresa inaspettata. La certezza è chiaramente Filippo Ganna, uno che quando deve lottare contro il cronometro tira fuori il meglio di sé mentre la delusione arriva proprio da quella squadra dell’inseguimento maschile guidata dal velocista di Verbania. Troppo forti sia Evenepoel che il quartetto australiano, che ha fatto una gara assolutamente trascendentale.

Consonni Guazzini celebrazione Parigi 2024

La sorpresa è la coppia dell’americana, nata quasi per caso tra due promesse delle due ruote dalla faccia pulita che si sono battute come veterane, portando a casa un oro tanto inatteso quanto incredibile. Non tutto è ancora risolto (evitare figure da cioccolatai nella corsa in linea non sarebbe male) ma è comunque un buon passo in avanti.

Le due facce della pallavolo (7)

Ma come? Solo 7 alla pallavolo, dopo la fine della maledizione olimpica ed un torneo passato a ridicolizzare le avversarie? Ci sta visto che è la media tra l’apoteosi delle ragazze e il disastro della banda De Giorgi. Non è nemmeno semplice parlare con un minimo di equilibrio della marcia trionfale di un gruppo giovane, talentuoso che ha trovato una solidità mentale granitica grazie al ritorno del vate Julio Velasco (clonatelo subito).

Italia-Usa pallavolo

Se le ragazze sono state praticamente perfette, il crollo verticale del sestetto maschile è inspiegabile: come si fa a passare dalla rimonta da 0-2 contro il Giappone alla gara inguardabile contro la Francia? Va bene che il livello medio era più alto ma è un risultato altamente deficitario. Inutile provare a spazzare la spazzatura sotto il tappeto: bisogna porre rimedio ed in fretta, grazie.

La piscina non tradisce (7)

L’enorme crescita del nuoto azzurro si spiega col fatto che quelle sei medaglie tra piscina e fondo che una volta avrebbero fatto gridare al miracolo, oggi sembrano quasi dovute. Questo è il brutto di vivere un momento forse irripetibile nella storia dello sport azzurro: dare per scontato che ad ogni Olimpiade ci saranno nuovi campioni pronti a prendere il testimone.

gregorio paltrinieri

Parigi 2024 è un misto di tradizione e gioventù, dalle tre medaglie del monumento Paltrinieri al bronzo della 4x100 alle imprese incredibili di Ceccon e Martinenghi. Si può stare qui a dire che alcune delle stelle hanno deluso ma è comunque la conferma che, nonostante le grandi pressioni, la piscina azzurra risponde sempre presente. Scusate se è poco.

Tennis, dall’inferno al paradiso (6,5)

La notizia più importante è che, dopo 40 anni suonati, il tennis azzurro è stato in grado di contribuire al medagliere. Allo stesso tempo, però, si è trattato di un percorso ad ostacoli partito come peggio non si sarebbe potuto. Yannik Sinner, infatti, si merita un bello 0 in pagella per la storia della tonsillite, un autogol storico che gli ha sicuramente inimicato parecchi tifosi.

Musetti

Complimenti vivissimi a Lorenzo Musetti: considerato che il carrarino ha avuto zero tempo per prepararsi, venire eliminato da Djokovic e strappare un bronzo è impresa leggendaria. Qualche rimpianto, invece, per Jasmine Paolini: sia lei che la Errani avevano fatto una pessima figura nel singolare e rischiavano di prenderle dalle giovani russe in finale. Bene la tigna di riprendersi l’oro ma, vista la loro esperienza, hanno faticato forse un po’ troppo.

Scherma, luci ed ombre (6)

Essere la vera e propria cassaforte del medagliere azzurro è una vera iattura per la scherma. Nonostante siano arrivate ben cinque medaglie, non si può fare a meno di recriminare su quello che potrebbe esser stato. Molto signorile il pisano Simone Macchi ma l’arbitraggio della sua finale grida ancora vendetta, come le tante altre stoccate tolte agli schermidori azzurri.

Filippo Macchi

La sensazione è che quegli argenti sarebbero dovuti essere ori, specialmente quello del fioretto a squadre e che non tutti gli azzurri abbiano tirato con la feroce determinazione delle spadiste, decise a non lasciarsi sfuggire la vittoria. Questioni di lana caprina? Forse, ma quando ti presenti come il favorito bisogna avere la cattiveria di raccogliere quanto seminato. L’Italia non sempre l’ha fatto.

Atletica tra alti e (parecchi) bassi (6)

Che ripetere lo straordinario bottino di Tokyo sarebbe stato impossibile lo sapevamo tutti ma questo è davvero un raccolto magro. Senza niente togliere alle imprese dei protagonisti, specialmente del 19enne Mattia Furlani, un argento e due bronzi sono decisamente pochi. Le scusanti non mancano: senza la sfiga cosmica che ha perseguitato Gimbo Tamberi, una medaglia era ampiamente alla sua portata.

Tamberi lacrime finale Parigi 2024

Se il quarto posto di Larissa Iapichino fa malissimo, quello della 4x100, impegnata in una finale di altissimo livello, è una mezza vittoria. I problemi certo non mancano: se Jacobs fa tempi che in una finale non straordinaria sarebbero valsi una medaglia, l’involuzione di Tortu è preoccupante. Speriamo che, con qualche aggiustamento, la situazione possa migliorare in tempo per Los Angeles.

I flop e le troppe medaglie di legno (4)

Scrivere così a caldo è sempre un rischio, visto che talvolta ci vuole tempo per metabolizzare le delusioni. Sebbene sia stata raggiunta la mitica “quota 40” in extremis, non sono mancati i flop in questa spedizione azzurra. Si può prendersela con la sfortuna o con i giudici ma impossibile negare che due delle discipline più affidabili in passato come boxe e marcia hanno avuto una debacle mica da ridere.

Benedetta Pilato

Stesso dicasi per la pallanuoto, arrivata da favorita ed uscita malissimo dai tornei, con l’aggravante di una protesta sacrosanta ma eseguita in maniera tafazziana.

Ancora meno di 4 meriterebbero poi le polemiche sulle troppe medaglie di legno: d’accordo che è il piazzamento che fa più imbufalire ma comunque vuol dire che te la sei giocata fino alla fine. Benedetta Pilato, commossa e felice, lo sa bene: magari sarebbe il caso di seguire il suo esempio invece di fare polemiche demenziali.

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