Un dirigibile solca il cielo di Roma. È lo «Spirit of Dubai»

L’inconsueto velivolo ieri e oggi sorvola la capitale per far conoscere «The Palm», l’isola artificiale a forma di palma in costruzione negli Emirati Arabi

Andrea Cuomo

I romani che ieri hanno alzato gli occhi al cielo attorno all’ora di pranzo potrebbero essersi imbattuti in uno spettacolo insolito: quello di un dirigibile che solcava il cielo. Chi dei nostri lettori era tra quelli sappia che non si è trattato di un’allucinazione ma dello «Spirit of Dubai», il più grande dirigibile privato del mondo, lungo 60 metri e dotato delle più avanzate strumentazioni. A farlo volare sui cieli di Roma, dopo quelli di Londra, Parigi e Pisa e prima di quelli di Atene e del Cairo, è stata la Nakheel, la più grande società immobiliare al mondo, che così vuole promuovere l’imminente apertura di The Palm Jumeirah, la prima delle tre isole artificiali progettate al largo di Dubai (negli Emirati Arabi Uniti) e destinate a diventare una delle più importanti aree residenziali e turistiche del mondo. Un’opera la cui straordinarietà è sintetizzata dal fatto che è l’unico manufatto al mondo, assieme alla Grande muraglia cinese, a essere visibile dallo spazio: comprende un tronco, collegato alla terra ferma da un ponte a dieci corsie e lungo due chilometri (che a regime ospiterà appartamenti sulla spiaggia, esercizi commerciali, lo sterminato Trum International Hotel&Tower e sarà attraversato da una monorotaia), una corona di 17 fronde (con circa 1500 ville sul mare già acquistate da un pubblico di vip) e una mezzaluna di terra lunga 11 chilometri che la circonda, chiamata «Crescent», destinata ai turisti con 22 alberghi.
A presentare questa meraviglia - per qualcuno forse discutibile ma di sicuro impatto economico, culturale e mediatico - è stata Manal Shaheen, la general manager di Nakheel che segue gli undici mastodontici progetti edilizi e in particolare, in questo momento, soprintende alla conclusione di The Palm Jumeirah. È lei che sta guidando la carovana di «The Palm» in giro per l’Europa con il dirigibile. Un’operazione di marketing anche culturale che incuriosisce. Così come incuriosisce il «suppostone» bianco, verde e blu che anche oggi solcherà i cieli di Roma (siete avvertiti). E che ha riportato Roma ai tempi del mitico dirigibile Goodyear e ancor più a quel giorno del 1926 Umberto Nobile proprio da Roma partì verso il Polo Nord con il suo Norge.

E a giudicare dalle telefonate giunte ieri all’aeroporto dell’Urbe, da dove lo «Spirit of Dubai» è partito («Che bello, possiamo volare lì sopra anche noi? Siamo disposti anche a pagare...») il successo è già scritto. In cielo.

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