È divorzio tra Resca e McDonald’s

da Milano

Si separano le strade di Mario Resca e della McDonald’s. Il papà dell’hamburger all’italiana e la multinazionale Usa stanno mettendo a punto i dettagli finanziari dell’operazione che porterà all’uscita dell’imprenditore dalla società che controlla le attività nella penisola. Resca, infatti, non era solo un manager ma anche un azionista (con una quota che viene stimata il 10 e il 15%) della McDonald’s Development Italy, holding con sede nello stato Usa del Delaware, a cui fa capo il business tricolore. Non si conoscono i motivi dell’addio tra le due parti, anche se si parla di divergenze sul futuro del gruppo. Dal 2001 la gestione operativa di McDonald’s in Italia è affidata a un direttore generale: nei primi due anni dal quartiere generale Usa avevano mandato un manager americano, mentre a occupare oggi la carica è l’austriaco Carl Fritz. Alla svolta potrebbero non essere estranei i continui cambi di manager che hanno interessato negli ultimi anni la multinazionale (ultimo, in agosto, il traumatico licenziamento del numero due mondiale Mike Roberts). Proprio questo via vai ai vertici avrebbe messo a dura prova i legami tra Resca e il quartier generale americano. Resca, 61 anni, ha guidato l’affermazione della multinazionale nella Penisola. Un successo che non riuscì al primo tentativo. Alla metà degli anni Ottanta gli americani tentarono lo sbarco per conto loro, raccogliendo scarsi successi e molti debiti. Nel 1992 il primo accordo con il manager-imprenditore italiano, che aprì in poco tempo quattro punti vendita. Nel 1995 a Resca fu affidata la poltrona di numero uno. Oggi il gruppo ha in Italia un giro d’affari (diretto e indiretto) di 600 milioni, con 340 ristoranti. Nel frattempo Resca ha diversificato la sua attività.

Consigliere di amministrazione di Eni e Mondadori, nominato a suo tempo commissario straordinario di Cirio, di lui si è parlato come possibile animatore di cordate in grado di intervenire in vicende come Parmalat o in relazione alla possibile dismissione di asset del gruppo Telecom.

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