Il dolce pastello di Prada mette il turbo all’eleganza

«La dolcezza è come l'acqua: invincibile». L'ha detto Confucio 2500 anni fa, lo ribadisce Miuccia Prada con la sua fenomenale collezione per l'estate 2012 in passerella ieri sera a Milano. «La femminilità aggressiva non è più di moda» afferma la grande signora del Made in Italy poco prima di far sfilare una potente rielaborazione di tutto quello che da sempre entra nel guardaroba delle fanciulle dolci quanto il miele: dalle tinte stucchevoli tipo rosa, azzurro e giallino pastello ai materiali romantici come il pizzo di Sangallo anche in versione rebrodè (cioè ricamato due volte sopra e sotto) oppure le mille piegoline del cosiddetto plissè soleil. Certo Lady Prada sa benissimo che le brave ragazze vanno in paradiso mentre quelle cattive van dappertutto e si divertono molto di più. Per cui con un'operazione a dir poco corsara mescola questi elementi che piacerebbero alle eroine dei romanzi di Liala o di Delly con il primo strumento della modernità: l'automobile. Così sui tacchi delle scarpe compaiono meravigliose decorazioni ispirate dagli alettoni delle auto da corsa e mille macchinine s'inseguono sugli stampati oppure si piazzano a sorpresa in qualche punto del modello, per esempio dietro alla schiena di un magnifico soprabito in nappa da guanto. In pratica alla profonda stupidità del detto «donne e motori, gioie e dolori», la signora risponde con un'intelligente riflessione sulla forza tranquilla di una femminilità che sa pilotare il suo destino senza aggressive sgommate sulle strade del mondo. Tutto questo tradotto in moda diventa una serie di piccoli pezzi assemblati divinamente. C'è la gonna in Sangallo plissettato rosso Ferrari sotto allo spolverino nello stesso materiale giallo pulcino oppure quella celeste pallido con blusa e soprabito bordeaux. Ci sono le nuove sottane a tubo senza lo spacco d'ordinanza perché costruite con un elastico in vita e uno alle ginocchia che impedisce il passo marziale, ma ti permette di camminare senza sembrare una fragile creatura che procede a passettini. Indimenticabile il cappottino in pizzo rebrodè rosa e giallino su fondo cammello. Delizioso il castigatissimo costume da bagno tagliato come il pagliaccetto di Betty Boop. E formidabili tutti gli accessori: dalle borsette incernierate che non si possono sbattere per terra come i borsoni dei soldati ai piccoli gioielli ornati di rose e boccioli passando per quelle scarpe che in colpo solo evocano il dinamismo delle auto e quello delle donne di oggi. Anche Ermanno Scervino prende una bella deriva romantica senza comunque tradire la sua impeccabile ricerca sui materiali. Stavolta si tratta di pizzo macramè accoppiato al denim e poi molato a mano oppure di un ricamo che riprende il motivo della paglia di Vienna da cui spuntano evanescenti frange in tecno seta. Con queste meraviglie che non si possono definire tessuti perché in qualche modo ricordano la materia di cui sono fatti i sogni femminili, lo stilista costruisce una convincente immagine di signorina bene educata eppure erotica e vagamente esotica quanto basta per far sognare qualunque uomo dotato di testa oltre che di testosterone. «Abbiamo fatto vestiti per la vita, non solo per il red carpet» dice invece Silvia Venturini Fendi mentre Karl Lagerfeld svolazza nel backstage tra le modelle pettinate come Silvana Mangano in Teorema e truccate con incredibili alette d'argento sulle sopraciglia. La sfilata Fendi comincia con un serrato dialogo tra Marcello Mastroianni e una donna che forse è Annouk Aimèe ne La Dolce Vita. Su questa affascinante colonna sonora escono delle severe creature in gonne e camicette costruite da nastri a minuscole righe bianche e azzurre. L'idea del nastro che diventa abito, piega piatta oppure cascata coperta di jais sulla schiena dei fulminanti abiti da sera serpeggia in tutta la collezione del marchio romano controllato dal Gruppo LVMH. Tutta diversa, ma francamente meravigliosa la collezione Genny disegnata da Gabriele Colangelo, talentuoso giovane designer chiamato dal Gruppo Facchini per il rilancio di un brand che ha fatto la storia del Made in Italy. Le cappe bianche, i tagli di Fontana, l'eleganza esotica di Peter Beard e l'impeccabile sartorialità dei capi promettono una nuova stagione di successi per Genny.


Domenico Dolce e Stefano Gabbana festeggiano l'ultima sfilata di D & G con un'impeccabile guardaroba estivo fatto di soli foulard trasformati in abiti, gonne, camicie e scarpe. «D'ora in poi sfileremo questa linea con Dolce & Gabbana dove darà ancora più energia alla nostra moda» dice il magico duo aggiungendo che questa è la loro realtà di oggi e che ne sono molto felici.

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