E adesso Hamilton vuole quotarsi in Borsa

Il pilota rivelazione del mondiale potrebbe diventare il primo sportivo «diviso» in azioni

Londra. La «fabbrica Hamilton» potrebbe essere quotata in borsa. Il pilota inglese, rivelazione dell’ultimo mondiale di Formula 1, l’uomo dei mille milioni come è stato ribattezzato dalla Bbc, potrebbe essere il primo sportivo non solo in azione su una pista, ma diviso in «azioni», dopo alcuni studi sul valore del pilota. Non è certo una novità che lo sport approdi in Borsa, ma è sempre avvenuto con dei club e non con singoli atleti, ma Hamilton starebbe ipotizzando qualcosa che neanche il grande Beckham ha osato mai pensare. Alcuni guru britannici della pubblicità hanno consigliato ad Hamilton di entrare in borsa, per fare in modo di portare il suo nome e la sua immagine a livelli inimmaginabili, fino ad arrivare ad essere la punta della piramide dello sport, e a farlo diventare, in meno di due anni, lo sportivo più ricco della storia. Il processo che si potrebbe mettere in atto sarebbe il seguente: Hamilton S.A. diventerebbe un’azienda che si occupa di gestire l’immagine del pilota. Sarà incaricata di veicolare il suo nome sul mercato pubblicitario, in modo da associarlo ai marchi e ai prodotti che più tirano. Attualmente sono cento le imprese che desiderano catturare l’attenzione del consumatore attraverso il dolce sguardo di Lewis, ma nessuno lo ha ancora ottenuto. Sono pronti già 72 milioni di euro sui futuri contratti di Hamilton nel caso in cui entri in Borsa. La strategia di Anthony Hamilton, padre e rappresentante di Lewis, è stata quella di non bruciare il suo primogenito nel primo anno in Formula 1. Tuttavia, dopo un anno pieno di successi, ha considerato che era giunto il momento di sfruttare l’immagine di suo figlio sul mercato.


Nel 2007, gli unici contratti pubblicitari si sono limitati a quelli gestiti dalla scuderia, ma dal 2008 le cose cambieranno. Ad oggi soltanto i club di calcio sono quotati in Borsa, 28 di questi sono in diversi indici borsistici europei.

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