E a Cesena l’Intercity «maledetto» si blocca un’altra volta

Roma«Dottò scusi, che per caso sa come se mettono?». Le catene queste sconosciute, l’oggetto non (ancora) identificato è la miglior istantanea della nevicata romana. Il marasma, l’odissea nell’asfalto. Soprattutto se ne scende tanta come ieri, quasi come nel memorabile 1985. Mezzo metro a Roma Nord, venti in media nel resto della città, una bella spruzzata, ma non sufficiente per giustificare la mezza Caporetto del Comune che ci ha messo del suo. E il bollettino dice che nevicherà anche oggi, se dal Campidoglio non si decidono a dare una mano seria con più mezzi pubblici e spargisale saranno dolori e polemiche.
Lo scenario: Colosseo sepolto, auto col freno a mano tirato in testacoda sul saliscendi, scooter che pattinano, mezzi pubblici bloccati, ospedali col personale bloccato nel traffico, uomini «spingiauto» a Ponte Lanciani, famiglie isolate sopra i 200 metri, musei e monumenti chiusi fino a domani. Vigili pochissimi, 16 mila chiamate ai carabinieri (800 in strada). E bambini che fanno a pallate nel cortile di casa. E infatti l’altra notizia è che il tanto atteso falso allarme di Gianni Alemanno («domani nevica, chiudo le scuole») non si è verificato, buon per lui. Chi lo aspettava, sornione, al varco è rimasto a bocca asciutta anche se per il primo cittadino non è stato un trionfo.
È bastato farsi un giro ieri pomeriggio per constatare la solita mancanza di informazione e la proverbiale scortesia del personale ai congelati in attesa. Chiediamo lumi. «Che volete che ve dica - dice un pittoresco addetto - monitoramo (!?), famo er possibile, i mezzi nuovi possono pure girà (ma non si vedono), quelli vecchi no, hanno le gomme lisce...». E infatti a Villa Borghese qualche bus si pianta in asso sulla discesa, troppo rischioso, capolinea signori si scende. Altrove la gente aspetta invano mentre delle auto sparghisale non si vede l’ombra. Saranno annunciate solo nel pomeriggio. Non è mai troppo tardi. Torniamo all cronaca. Nella capitale l’alba del giorno dopo inizia alle 4: prima strada a chiudere è la cosiddetta «Panoramica» che diventa subito una pista d’azzardo. Arrivano le prime notizie poco allegre: settanta alberi caduti, ritardi nei voli a Fiumicino, incidenti (panico sulla tangenziale per un tamponamento a catena), auto abbandonate. Classico panico di chi non sa guidare con la neve ma nonostante tutto si appiccica a quello che sta davanti col rischio di tamponare: da queste parti si guida così. In totale, andata e ritorno, 280 chilometri di fila in auto.
Per fortuna c’è un altro aspetto che va raccontato. Nonostante il freddo la neve a Roma scioglie i sentimenti di chi (col sole) ringhia al prossimo. La normalità peggiora. Come per incanto capita che nel traffico delle auto, alle prese con la neve, ci si aiuti: qualche automobilista, su via Nomentana e a piazza Venezia, si ferma e dà un passaggio a chi aspetta l’autobus che mai verrà. E poi c’è chi le persona le trasporta per lavoro e si ingegna, aiutando più gente che può. È il caso di Angelo, tassista da oltre 20 anni, che alla guida di «Pisa 18», si è inventato per un giorno il «taxi collettivo» per solidarietà. Un caso isolato perchè di taxi ieri se ne sono visti troppo pochi.
In serata la neve riprende e fioccano le polemiche. L’Adoc ce l’ha con Alemanno: «Ha chiuso le scuole ma si è disinteressato delle strade - sostiene il presidente Carlo Pileri - da questa mattina regna il caos in tutte le strade, i cittadini sono stati abbandonati al loro destino, senza aiuto.

Ci hanno segnalato blocchi del traffico sulla tangenziale di almeno tre ore, dove stanno gli spargisale?». «Da via Nomentana fino a corso Italia ho impiegato tre ore, in strada non ho visto vigili - aggiunge - Andrea -.È tutto bloccato». L’inferno è servito ghiacciato.

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