Lisbona - Una crisi politica nel momento peggiore. Il premier portoghese, Josè Socrates, si è dimesso dopo che il parlamento ha bocciato il suo piano di austerità anticrisi varato per risistemare i conti (disastrati) di Lisbona. Proprio alla vigilia di un Consiglio europeo convocato per correre in soccorso al Portogallo e alzare barriere di difesa nei confronti degli speculatori e del nervosismo dei mercati. Dunque si va verso le elezioni, ma nessuno può prevedere che andamento assumerà la curva dei conti del Portogallo. O meglio, gli esperti lo prevedono chiaramente. Aumento dei tassi di interesse sul debito pubblico, ulteriore declassamento del rating, aumento della disoccupazione, deficit alle stelle. La stella spirale che ha stritolato la Grecia. Lo stesso fantasma che si agita sull'Irlanda.
Socrates se ne va Per ora il governo portoghese "mantiene le piene funzioni" e il premier dimissionario Socrates resta in carica almeno fino a venerdì, ha assicurato il presidente Anibal Cavaco Silva, che avvierà colloqui con i partiti presenti in parlamento "al fine di risolvere la situazione politica che deriva dalla richiesta di dimissioni del primo ministro". Dopo la bocciatura del suo piano di risanamento dei conti pubblici, Socrates a annunciato ieri sera le dimissioni, alla vigilia del vertice Ue centrato sui meccanismi finanziari anticrisi dell’Unione europea. Annunciando la sua decisione di lasciare, Socrates ha dichiarato che farà il "proprio dovere nel quadro delle competenze di un governo di gestione degli affari correnti", ma ha lanciato un duro monito: "Ci saranno conseguenze gravissime sulla fiducia nel Portogallo da parte delle istituzioni e dei mercati finanzari".
La situazione Intanto per il Portogallo, negli ultimi giorni di nuovo sotto forte pressione dei mercati (i tassi sui bond a cinque anni hanno superato la sbarra record dell’8%), si apre una fase di forti incognite. Gli analisti ritengono probabile ora un ricorso a un piano di salvataggio di Ue e Fmi, anche per gli effetti della instabilità politica interna. Il capo dell’opposizione di centro-destra, Pedro Passos Coelho, probabile futuro premier, negli ultimi giorni, diversamente da Socrates, ha detto che l’aiuto esterno è praticamente inevitabile, e che "tutto il Paese lo sa".
I numeri I politici predicano calma, ma l'economia e la matematica sbattono in faccia le cifre nude e crude. Questi gli impegni di massima presi da Socrates: riportare il deficit al 3% nel 2012, al 2% nel 2013. Una prospettiva che potrebbe però essere complicata anche dalla possibile revisione del deficit per il 2010, dal 7% previsto dal governo a un possibile 8%: secondo il quotidiano Publico Eurostat, ha chiesto a Lisbona di integrare nel calcolo del deficit dell’anno scorso anche le perdite della Banca Bnp (2 miliardi), coperte dallo stato. Il ministro delle finanze Fernando Teixeira ha confermato che la questione è in corso di valutazione. Le dimissioni di Socrates, che da mesi lottava per evitare il salvataggio esterno, e le "condizioni del Fmi", sono intervenute dopo che il Psd, che aveva consentito l’adozione delle tre precedenti manovre, in un anno, salvando il governo socialista, ha detto "basta", puntando sulle elezioni anticipate.
Fitch taglia il rating L’agenzia Fitch ha abbassato il rating sul debito del Portogallo portandolo da A+ ad A-. Il rating Idr di breve termine cala invece da F1 a F2. Entrambe le valutazioni sono sottoposte a rating watch negativo, il che apre la strada a nuovi abbassamenti. Fitch ha spiegato la mossa con l’aumento dei rischi per la tenuta delle finanze lusitane causato dalle dimissioni di Socrates, che ieri non è riuscito a ottenere dal parlamento il via libera alle nuove misure di austerità.
La Spagna: "Nessun rischio" "Noi dobbiamo continuare con la mano ferma, con le riforme che stiamo facendo nel settore finanziario, nel mondo del lavoro e dell’impresa perché i mercati riconoscono questi sforzi e dobbiamo proseguire in questa direzione" ha detto il vicepremier e ministro dell’Economia spagnolo Elena Salgado a margine di una conferenza alla quale ha partecipato anche il vicepresidente della Commissione europea, Joaquin Almunia. Lo stesso Almunia ha scartato che la Spagna possa venir trascinata verso il basso dalla crisi portoghese: "Chiunque analizzi i mercati vede che l’evoluzione degli indicatori della Spagna è chiaramente separata da quella di altri paesi come Portogallo, Irlanda o Grecia" ha detto, aggiungendo che le misure del governo di Madrid "hanno dato risultati". La Spagna è uno dei paesi più esposti al debito portoghese: il sistema bancario spagnolo detiene circa 6,5 miliardi di debito sovrano lusitano. Se a questo si aggiunge il debito privato la cifra aumenta fino al 33% del debito totale del Portogallo, circa 60 miliardi di euro secondo i dati della Banca dei Regolamenti internazionali citati dalla tv pubblica Rtve.
L'Irlanda in difficoltà Pressione ai massimi anche sull’Irlanda: è sempre lontano l’accordo sulla riduzione del tasso d’interesse imposto sui prestiti di salvataggio concessi dall’Ue visto che Dublino (che reputa insostenibile il costo del prestito, 85 miliardi di euro al 5,8%) non cede alle richieste dei partner di un aumento della tassazione sulle imprese. I titoli a due anni hanno visto i tassi balzare di oltre mezzo punto percentuale al 10,44% e superare la scadenza decennale (10,06%) segnalando una profonda sfiducia sulla solvibilità a breve termine. Lo spread decennale ha toccato 694 punti, massimo storico, mentre anche la Grecia, nonostante gli aiuti ricevuti lo scorso maggio, mostra un premio di rendimento di 932 centesimi, non lontano dal record. Insomma la fiducia dei mercati sulla capacità dell’Ue di evitare il peggio (l’ipotesi di un "default" sul debito sovrano all’interno dell’area euro) è ai massimi. Nonostante la successione di riunioni di ministri finanziari e capi di governo a Bruxelles che si sono succedute nelle ultime settimane, è slittata a giugno la decisione su come aumentare a 440 miliardi di euro la capacità finanziaria effettiva dell’attuale Fondo salva Stati della zona euro (lo European Financial Stability Facility, Efsf). Le capacità effettive del fondo attualmente sono apri a circa 250 miliardi, che potrebbero non bastare se la crisi del debito sovrano in Portogallo dovesse precipitare e, eventualmente, contagiare anche la Spagna.
Pessimismo Usa L’area euro può "collassare", disintegrarsi, con "tensioni abbastanza forti. Un collasso dell’area euro non è impensabile".
Lo ha detto Warren Buffett in un’intervista alla Cnbc, sottolineando che "ci sono interessi potenti e forti che non vogliono che non vogliono che questa accada. In molti pensano che sia impensabile" che l’area euro si disintegri. "Io non non ritengo sia impensabile. Ritengo che ci vorranno molti sforzi per evitare che avvenga".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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