E la femminilità di Gucci riscopre le muse anni Venti

Il vero lusso è senza se e senza ma, una storia di scienza, coscienza e maestria. La collezione Gucci in passerella ieri a Milano trasporta tutto questo nel mondo delle tendenze con un sensazionale gioco di rimandi tra passato e futuro. Per l'estate 2012 Frida Giannini guarda all'art Déco, al glamour architettonico degli anni Venti e allo stile delle donne che in quell'età dell'opulenza seppero rompere tutti gli schemi per inventare la modernità: Louise Brooks, Gabrielle Chanel in arte Coco e l'enigmatica Nancy Cunard. Scrittrice, poetessa e anarchica inglese, quest'ultima fu scolpita da Brancusi, fotografata da Man Ray e Cecil Beaton, dipinta da Kokoschka e utilizzata come fonte d'ispirazione dai più grandi scrittori dell'epoca. Hemingway la trasformò in una delle eroine di Fiesta, Aldous Huxley di Punto contro Punto ed Evelyn Waugh di Resa Incondizionata. Con una simile musa qualunque stilista avrebbe dormito tra due guanciali perché per fare un'immagine sensazionale bastava copiarle l'idea di ricoprire entrambe le braccia dal polso all'omero con innumerevoli bracciali luccicanti. Invece l'intelligente ragazza alla guida della griffe delle due G ha costruito un vero e proprio archetipo di moderna sensualità femminile mescolando quel gusto della decorazione con il DNA della maison, la lucida follia dei grandi eccentrici con l'impeccabile savoir faire degli artigiani di un marchio nato nel 1921.
Il risultato era a dir poco sensazionale soprattutto negli abiti da giorno a vita bassa con clips gioiello applicate sul fianco. Quelli da sera con ricami a specchio che ricordavano le grafiche volute del Crysler building di New York erano veri e propri capolavori di opulenza con canottiglie di vetro e plexiglass nero e oro. Le catenelle usate come frange oppure per disegnare sui giacchini di coccodrillo nuovi motivi animalier.
Esemplare anche la poetica collezione di Alberta Ferretti che dice di essersi ispirata all'Africa vista dalle nostre città, ma poi arriva all'algida bellezza di Greta Scacchi nel magnifico film «Misfatto Bianco» girato nel 1987 da Michael Ratford. Anche qui ci sono mille spettacolari ricami su linee purissime fatte apposte per sottolineare l'inaudita preziosità degli intagli di chiffon bianco che riprendono i grafismi disegnati dalle donne Ndebele sulle loro magnifiche case, oppure delle micro perline lavorate sul vuoto fino a ottenere una spettacolare tridimensionalità. «Sono piccole sculture per il corpo» spiega la stilista accarezzando un indimenticabile abito da sera che sembra coperto caviale bianco, il più pregiato che ci sia. Tutta diversa ma ugualmente spettacolare, la collezione di Rocco Barocco punta piuttosto sulla potenza espressiva delle forme: redingote tagliate benissimo, abiti-sirena con magici drappeggi sul fianco e semplici tunichette in seta devorè con un curioso motivo animalier che lo stilista dice di aver rielaborato dagli intrecci delle alghe nel mare.

Spettacolare e iper decorata anche la collezione di Elena Mirò, il marchio per donne curvy che stavolta segna un ulteriore salto di qualità verso il glamour con deliziosi tailleur a minuscole frange nere e oro oppure con una serie di tubini ripresi sul fianco da un motivo plissè con una magica alternanza di colori come arancio, rosa e nero. Alessandro Dell'Acqua per la sua bellissima collezione N.21 s'ispira allo stile opulento e al tempo stesso androgino delle sciure milanesi negli anni Sessanta.

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