Milano - Ancora nessuna ipotesi di reato né indagati. Ma anche la Procura di Milano si muove su «Affittopoli». Il procuratore aggiunto Alfredo Robledo, a capo del pool di pm che si occupano di pubblica amministrazione, segue l’evolvere degli eventi. La lista degli affitti di favore concessi dal Pio Albergo Trivulzio è pubblica, ma la prossima mossa sarà quella di chiedere alla Baggina di consegnarne una copia in Procura, oltre all’elenco degli alloggi venduti. Poi, via all’inchiesta per accertare se dietro ai canoni low cost ci siano state procedure irregolari, a vantaggio di chi e perché.
Non è un’indagine semplice. Se dovessero emergere delle anomalie, il reato ipotizzabile a carico degli amministratori del Trivulzio sarebbe quello di abuso d’ufficio. Il magistrato, a quel punto, dovrebbe dimostrare che attraverso il trattamento di favore riservato a personaggi del mondo della politica, dello sport e dello spettacolo, i vertici del Pat abbiano dolosamente procurato un danno patrimoniale all’Ente. C’è un precedente, in questo senso. Sempre con l’accusa di abuso d’ufficio, Robledo mise sotto inchiesta il sindaco di Milano Letizia Moratti per un’ottantina di incarichi assegnati da Palazzo Marino a consulenti e nuovi dirigenti, salvo poi chiederne l’archiviazione. E così fu. Per il gip Maria Grazia Domanico non c’erano «elementi per ritenere la sussistenza del dolo intenzionale da parte del sindaco».
Più agevole, invece, la corsa della giustizia amministrativa. La Corte dei Conti dovrà verificare se ci sia stato un danno erariale dovuto a una scorretta procedura di assegnazione degli alloggi. Il Pat, infatti, è un ente morale assistenziale controllato dal Comune, e come tale risponde alla normativa pubblicistica (gli appartamenti vanno assegnati attraverso bandi e aste) e alla giurisdizione contabile (la cessione deve avvenire a vantaggio dell’ente, e non del privato).
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