Ecco il libro che nessuno potrà leggere

Miracoli dell’editoria: l’unico libro al mondo che non può essere letto da nessuno sta per essere stampato. È il misterioso Codice Voynich, un piccolo volume rilegato di un centinaio di fogli circa, senza titolo né data né autore, scritto in un linguaggio del tutto sconosciuto che nessuno è mai riuscito a decifrare, con numerose illustrazioni, anche molto curate: piante e animali mai visti, stelle, donne nude con pancioni, figure geometriche, diagrammi... Si è detto che è un trattato di botanica o d’astronomia, di farmacia o alchimia. Secondo una lettera in latino, datata 1666, che accompagna il testo, il volume fu acquistato nel 1568 per un’ingente cifra dall’imperatore Rodolfo II (appassionato di esoterismo). Poi nel XVII secolo scomparve, per riapparire nelle mani dell’antiquario inglese Wilfrid Voynich (da cui il nome del codice) che lo acquistò in un collegio di gesuiti a Frascati, nel 1912.
Fino a oggi solo pochi iniziati hanno potuto consultarlo. Conservato nella Beinecke rare book library dell’università di Yale, il codice esce finalmente dalla ristretta cerchia di specialisti grazie all’editore francese Jean-Claude Gawsewitch che ne ha acquistato i diritti: l’enigmatico volume uscirà in Francia il 27 ottobre nella versione integrale, riprodotta grazie alla tecnologia digitale. «È il libro più folle che esista - ha detto l’editore -, il libro che nessuno è capace di leggere, il libro per nessuno, dunque per tutti».
Già, chi l’ha scritto, quando e perché? Nel 1921 il filosofo William R. Newbold sostenne che il manoscritto fosse opera del filosofo e scienziato Ruggero Bacone (1214-93). Qualcuno ha indicato l’autore in Giordano Bruno, altri (confondendo il cognome Bacon di Ruggero Bacone) nel filosofo rinascimentale Francis Bacon. È stato considerato un testo in ucraino senza le vocali da John Stojko nel 1978, e uno scritto cataro nel 1987 da Leo Levitov. Tra le ipotesi avanzate, naturalmente, c’è anche quella secondo la quale il codice - che ha sconfitto i migliori crittografi del mondo - sia un testo scritto ad arte, senza alcun significato. E Gordon Rugg, ricercatore della Keele university, nel 2003 è giunto alla conclusione che si tratti di un falso cinquecentesco, realizzato dall’avventuriero elisabettiano Edward Kelley.


«Siamo di fronte - si chiede il curatore Pierre Barthelemy - a un trattato di alchimia in codice, al delirio di un pazzo, a un’antica scrittura artificiale o a uno scherzo d’artista?». L’editore però è fiducioso: «Mi aspetto di essere contattato dal lettore che saprà mettere la parola fine a questa storia».

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