Ecco il nuovo mestiere dei salotti "bene" Una firma per... Pisapia

Avvocati, designer, scrittori. Chi non fa parte di una lista pro Giuliano è out. E magari ci scappa una poltrona...

Ecco il nuovo mestiere 
dei salotti "bene" 
Una firma per... Pisapia

C’era un volta la ferma obbligatoria. Oggi c’è la firma obbligatoria. Nei salotti milanesi, ormai, non ti lasciano più entrare se prima non hai sottoscritto il tuo bel documento di sostegno a Pisapia. Ce n’è per tutti i gusti, si può scegliere liberamente, come dal gelataio. Vaniglia o pistacchio? Ecco uguale. Qui puoi aderire all’elenco degli «Avvocati per Pisapia» o a quello delle «Donne per Pisapia», ma ci sono anche: «La lista dei 51» capitanata da Piero Bassetti; quella dei designer e dei pubblicitari griffati Esterni.org; quella degli intellettuali italiani di Umberto Eco e Gustavo Zagrebelsky; quella degli intellettuali stranieri con Nadine Gordimer e Daniel Pennac; quella dei liberali di Valerio Zanone; e pure quella dei cosiddetti 141 che hanno firmato ieri sul Corriere, e che non si capisce bene che cosa li unisca se non la voglia di farsi vedere.

Più che liste per il candidato, in effetti, queste sembrano liste per candidarsi. «Ehi, Giuliano, mormorano che potresti diventare sindaco: ti ricorderai di me, vero?». Ditemi voi, altrimenti, che senso può avere per la cittadinanza, sapere che Franco Brizzi (bancario) e Emanuele Garzia (ginecologo) andranno a votare per Pisapia. E Edoarda Barzanò (artigiano) o Vladimiro Verduci (commercialista)? Che senso ha mettere insieme un elenco minestrone dove ci sono psicoterapeuti, consulenti del terzo settore, architetti, storici, editori, ex dirigenti, artigiani, studenti, poeti, psicoanalisti, registi e persino uno che si qualifica come «già direttore generale» (ma de che?), uniti soltanto da una cornicetta arancione sul quotidiano milanese? A che cosa serve? Forse a raccogliere quelli che non hanno trovato spazio negli altri elenchi e s’accontentano dell’elenco minestrone, pur di mettersi in mostra con l’eventuale sindaco?
Comunque sia, pare che nei circoletti bene di Milano, quelli che mangiano bio e d’estate vanno al Forte, quelli tutti bicicletta, cachemire e champagne, non si possa più entrare senza aver prima sottoscritto adeguato appello. O almeno manifesto. O, in mancanza d’altro, documento su internet. Per essere veramente à la page, poi, bisogna essere firmaioli doc, cioè averne firmati almeno due, come Valerio Onida, l’ex presidente della Corte Costituzionale. Onida, infatti, figura come primo nome fra i 210 avvocati milanesi usciti allo scoperto sul Corriere e pure come uno dei punti di forza della «lobby dei 51», quella formata dal redivivo Piero Bassetti, con Marco Vitale, Salvatore Bragantini, Pippo Ranci e altri illuminati guru dei salotti della finanza. Che ci volete fare? Quest’anno va così: in spiaggia si porta il rosso, in città pure. Fa chic. E così dai bikini a Palazzo Marino, chi si ferma è perduto. Chi si firma, invece, no.

Del resto, si sa: gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso del presunto vincitore. E i milanesi, in questo caso, si stanno dimostrando Arci-italiani (con rispetto per l’Arci). Persino il vecchio Cesare Romiti esce dalla naftalina per schierarsi a capofitto con il rappresentante di quell’operaismo di sinistra che una volta avrebbe preso a pedate. E il regista Luca Ronconi rilancia a tutta pagina: «La borghesia ha scelto Pisapia». Soliti originali, questi intellettuali, eh? Quando c’è da dire una cosa un po’ controcorrente, loro si affrettano subito a non dirla. Sono fatti così: amano il gregge. Più che idee hanno fiuto: appena sentono che qualcuno è in odor di vittoria, zac, scatta il riflesso pavloviano a sostenerlo. Magari con un bell’elenco, che fa tanto Fazio-Saviano, vieni via con me.

Ma sì, dai, andate via con loro. I grandi firmaioli di Milano. Quelli dell’elenco prêt à porter. Claudio Abbado? Elenco Intellettuali. Isabella Ferrari? Elenco Donne. Paolo Mereghetti? Elenco Designer. Vittorio Dotti? Elenco Avvocati. Carlo Fontana? Elenco dei 51 (Elenco Lobbisti). L’architetto Gae Aulenti? Elenco Intellettuali. L’architetto Marco Zanuso? Elenco dei 141 (Elenco Minestrone). E chissà perché non si sono fatti anche un bell’elenco architetti. Mah. Comunque una bella firmetta non si nega a nessuno: 210 avvocati, da Alberto Alessandri a Suele Zoppetti, ci tengono a dire sul Corriere che Pisapia loro lo conoscono bene (adesso siamo tutti più tranquilli); e allo stesso modo scendono in campo 300 donne, 51 lobbisti, un certo numero di intellettuali, i creativi designer e architetti e 141 signori nessuno, compreso Francesco Albertini (studente) e Marco Cavallarin (pensionato) che non possono certo firmare l’elenco intelligente di Salvatore Veca e Paul Ginsborg, ma hanno diritto pure loro a partecipare al gioco più chic dell’estate 2011: sottoscrivi, e sarai fortunato.

Infatti pare che, se vince Pisapia, possa cambiare persino la canzone: o mia bela, Madunina, che te firmi de lontan. A Natale il panettone non verrà più inzuppato nella crema di mascarpone, ma nella crème delle sottoscrizioni. Alla prima della Scala verrà recitata la lista più elegante, mentre chi non ha appoggiato almeno un appello per il nuovo sindaco di centrosinistra pagherà la nuova tassa cittadina: il tributo a Giuliano. Vi pare? Del resto non è una novità: i salotti bene milanesi hanno sempre avuto una certa propensione all’adesione facile. Adorano le grandi ammucchiate al sapor di bandiera rossa e Che Guevara.

Per questo da sempre firmano ogni tipo di manifesto che arriva dalla sinistra, anche i più demenziali, nella speranza di poter poi firmare qualche buon contratto. Intanto che hanno da perdere? Al massimo il loro nome. Cioè davvero poco. Praticamente nulla.

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