Ecco il primo cattolico nel calcio degli ayatollah

La storia di Enrico Antonioni: il 29enne ingaggiato dal Gostaresh Foolad in Iran: "Mi pagano 160mila euro, perché vergognarsi?". Vanta 2 presenze in Serie B e ha giocato, tra l’altro, con Pro Vercelli, Bari e Pistoiese

Ecco il primo cattolico 
nel calcio degli ayatollah

Il primo calciatore cattolico praticante nella terra degli Ayatollah. Ahmadinejad, animato dai soliti propositi propagandistici, ha deciso di abbattere un tabù sportivo permettendo all’italiano Enrico Antonioni di giocare nel locale campionato. Tabriz, più di un milione e mezzo di abitanti, è collocato nell’Iran del nord. Oggi città del petrolio, un tempo passaggio obbligato di carovane alla conquista dell’Oriente. Il primo a transitare da quelle parti fu Marco Polo, un altro italiano, circa otto secoli dopo, ha raccolto il testimone forse animato dallo stesso spirito di avventura. Antonioni, 29enne centrocampista di Fano, ha firmato infatti con il Gostaresh Foolad, la formazione di Tabriz che pur vivendo ai margini del calcio iraniano sogna la promozione in Serie A.
Antonioni non è un ragazzo che si nasconde dietro a un dito. Dice quello che pensa e ammette di averlo fatto per soldi. «Perché vergognarsi? L’offerta era davvero allettante». Quasi 160 mila euro per il «disturbo», a far legna nel centrocampo della squadra allenata dal croato Luka Bonacic, sono più di una buona ragione. In Iran ci è arrivato grazie anche alla «benedizione» di Giovanni Mei, ex difensore di Atalanta e Cesena, tecnico giramondo che nel 2003 guidò per un breve periodo il Saipa di Teheran.
Non sarà comunque una passeggiata di salute per l’ex giocatore di Brescia, Bari, Foggia e Pro Vercelli. In una nazione in cui la comunità cattolica non supera i 150mila praticanti su una popolazione di 15 milioni di abitanti, l’Islam fa tremare i polsi e spesso minaccia chi professa altre religioni.

Ne sa qualcosa l’ex centrale di Milan e Inter Taribo West. Ingaggiato dal Paykan di Teheran, ma costretto ad abbandonare di corsa il Paese nel 2007 perché, da buon pastore protestante pentecostale, aveva cercato di diffondere i precetti della Bibbia.

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