Certo che siamo ridotti davvero male: ci tocca pure rimpiangere Remo Gaspari. Era «sobrio», dice il Corriere della Sera, era «pulito», sottolinea la Stampa, «Remo Gaspari, politico all’americana» titola addirittura il Manifesto (il Manifesto!), «Portò l’Abruzzo al Nord», celebra il Sole 24 Ore (il Sole 24 Ore!) mentre il quotidiano cattolico Avvenire lo benedice con l’assoluzione finale: «Gaspari, ovvero la politica che mai si fece casta». Una rassegna stampa sontuosa che diventa un atto d’accusa spietato per i nostri politici di oggi: che cosa sono mai diventati se al confronto persino il vecchio «zio Remo» diventa un esempio di sobrietà, pulizia, gestione «all’americana» e soprattutto anticasta?
L’altro giorno, in Abruzzo, un politico locale mi ricordava con ilare gratitudine: «Zio Remo era fortissimo: riuscì a riempire le Poste di nostri concittadini. Persino il direttore dell’ufficio di Aosta era un abruzzese». Forse è vero, come ha ricordato un nostalgico Gian Antonio Stella, che Gaspari viveva in modo semplice e andava in vacanza alla pensione Sabrina di Vasto mangiando rigatoni, pecorino e uova sode. Però è anche vero che, parlandone da vivo, è stato uno dei principi del clientelismo, un re della raccomandazione, uno di quei rappresentanti della Dc che ha contribuito a creare, grazie a comportamenti scellerati, il gran debito pubblico che ci grava sulle spalle e ci costa ancora oggi così caro. Magari, ecco, mangiava davvero uova sode. Però il risultato, per restare in tema, non è stato per nulla sodo e nemmeno alla coque. Anzi, a dirla tutta, è stata una bella frittata.
Per carità, si deve rispetto a tutti i morti e zio Remo, per altro, fece del gran bene ai suoi concittadini. Come dimenticare? Raccontano i commossi coccodrilli che fece costruire nel suo paese, Gissi, sul cucuzzolo di una montagna, una piscina olimpionica e un ospedale da 180 posti letto (un po' troppi per Gissi?). Si vantava anche di aver «cambiato il clima», facendo diventare nella sua terra l’inverno meno freddo e l’estate meno calda. Uomo di potere, si capisce. Ci si dimentica di ricordare, però, che tutte queste belle iniziative del potere non erano gratis: passavano per la Cassa del Mezzogiorno, un giochetto che in cinquant’anni è costato al contribuente italiano 529mila miliardi, 34,5 miliardi di vecchie lire al giorno. Soldi buttati, spese inutili per lo più, o meglio utili solo a portar voti ai politici del luogo. Non a caso Gaspari era molto amato dalla sua gente: andava a inaugurare fabbriche che dopo un anno chiudevano lasciando tutti in cassa integrazione o ponti che rimanevano abbandonati e sospesi sul nulla. Intanto alla fine nessuno rimaneva abbandonato: si andava tutti in coda alla pensione Sabrina e fra una fetta di pecorino e una passeggiata in spiaggia non era difficile trovare una raccomandazione per entrare alle Poste. Evviva.
Non vorrei mancare di rispetto allo zio Remo: a questo punto non mi preoccupano più i danni che ha fatto lui, mi preoccupano i danni che possono fare i politici di oggi.
In effetti se Gaspari al loro confronto appare un gigante, se ottiene un consenso unanime, se riesce a mettere d’accordo nell’elegiaco ricordo il giornale della Confindustria e quello dei comunisti, gli editorialisti laici e quelli cattolici, e perfino le penne più puntute del panorama nazionale, mi viene un dubbio, e anche un po’ un sospetto: sarà stato davvero lui quel mostro di «onestà personale», di «anticasta» e di «politica all’americana» che ci raccontano in articulo mortis? O è solo al confronto con la realtà odierna che ottiene il suo insperato riscatto? E se questo è il trend, che ci aspetta ancora nel prossimo futuro? Ci toccherà rivalutare le autostrade di Nicolazzi? L'abbronzatura moderata di Altissimo? O andremo in pellegrinaggio sulla tomba di Cariglia per riconoscere che, in fondo, lui sarà stato un nulla, come diceva Fortebraccio, ma oggi ci sono molti politici che valgono assai di meno?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.